Visto che sicuramente sono stato poco chiaro nel mio ultimo intervento dell'otto maggio, ore 13,25, mi sento obbbligato a fare qualche precisazione.
Ho introdotto il concetto degli "Shardana" visto che il signor Roberto Giacobbo, in alcune trasmissioni di Freedon, ha riferito che gli "Shardana" quasi sicuramente erano le guardie molto temute provenienti dalla Sardegna, scelte dal faraone Ramses II circa tremilatrecento anni fa.
Pare che di questa tesi fossero già da tempo sicuri i professori dell'università di Qena, in Egitto. Infatti sembra che la cosa sia stata confermata personalmente dal rettore di quella università, signor Abbas Mansour, che ha riferito che ciò sia ampiamente dimostrato dalla somiglianza degli scudi e delle spade tra le figure scolpite sui muri di alcuni monumenti egiziani e i bronzetti nuragici sardi provenienti dal quel periodo storico.
Quindi il mio riferimento agli Shardana si riferiva alla persona che è andato a nozze con la signora Aisha, che sapevo fosse un signore di origine sarda.
In occasione di un mio viaggio a Istambul, dopo aver visitato i più importanti monumenti della città, fummo portati anche a visitare una piccola Moschea situata al primo piano di un palazzo del centro città. La guida turistica, sempre la stessa, anche in questa piccola Moschea aveva sottolineato che gli uomini avevano l'obbligo di pregare stando davanti e le donne dietro. Forse per la mia solita poca cultura, mi permisi di chiedere la ragione per cui le donne fossero sempre obbligate a stare dietro. Poichè anche in Turchia le donne sono intelligenti e spiritose, mi fece capire che la ragione aveva lo scopo di evitare che le donne, genuflesse e chine, rappresentassero una distrazione troppo forte per la concentrazione in preghiera dei molti fedeli di genere maschile.
Premesso tutto questo, convinto che un cristiano più o meno religioso che si converte a un'altra religione senza conoscerne i fondamentali si potrebbe trovare in forte difficotà qualora decidesse di cambiare parere, ho ritenuto simpatico sottolineare che, forse, senza saperlo, si erano messo in una posizione di totale cedimento della propria libertà.
Per concludere, sperando di essere stato sufficientemente chiaro, alla fine ho introdotto il termine
"m'inchino" per due ragioni: il primo perchè inchinandosi, senza la dovuta conoscenza dei doveri imposti dalla nuova religione, si finisce per dare l'impressione di voler offrire quella parte del corpo ad un uso diverso da quello per cui è destinato; ed il secondo, perchè quella parola, quasi sempre, ha un significato che sottolinea una grande fregata.
Non posso insegnare niente a nessuno, posso solo cercare di farli riflettere - SOCRATE