porterrockwell ha scritto: ↑12 mar 2021, 14:16
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La patria di Samsung è uno dei paesi più connessi al mondo: milioni di coreani trascorrono ore e ore ogni giorno
dietro uno schermo e la pandemia ha consentito di trasformare la tendenza in vero e proprio progetto esistenziale. Lo sviluppo della fibra 5G, la robotizzazione e l’intelligenza artificiale modificheranno tutti gli ambiti della vita. I ristoranti saranno sostituiti da catene di ristorazione senza personale “umano” in cui saranno i robot a ricevere le ordinazioni e servire i cibi (artificiali?). La scuola a
distanza diventerà la norma, la sanità privilegerà le terapie e le visite a distanza. Chi manterrà un lavoro, lo svolgerà lontano dai colleghi. Gran parte delle attività commerciali spariranno a favore del commercio elettronico. Le consegne avverranno per mezzo di droni, i piccoli aerei senza pilota. Il dialogo e la discussione professionale
a distanza diventeranno la norma.
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Questo punto, almeno questo punto, potrebbe non essere un male...
Io, dietro uno schermo, ci ho passato praticamente quasi tutta la mia vita lavorativa: ci dovevo stare incollato dalla mattina
presto, fino alla sera
tardi, alla ricerca di dipanare matasse e grane, sempre diverse, sempre più inaspettate. E, penso, questa è stata la sorte di tutti quelli di noi, nel settore del terziario, hanno avuto in sorte di lavorare sotto qualche forma di '
padrone' che non ti rimuoveva il programma 'solitario' dal p.c., per il solo fatto che sapeva benissimo che la montagna di lavoro che ti assegnava ogni giorno non ti dava minimamente il tempo di cazzeggiare. Penso di aver perso 3 diottrie a causa dello schermo dei computer.
Per decenni ho dovuto fare
60 km, tutti i giorni, per incollarmi ad uno schermo che stava a 30 km dalla mia casa. Il recuperare quei
45 minuti persi all'andata, e gli altri
45 minuti persi al ritorno, dal mio personalissimo punto di vista, non sarebbe che un grosso vantaggio. Il rimpianto della pausa caffè con i colleghi? Beh, può essere benissimo sostituita con una pausa caffè fatta qui nel bar davanti a casa. Abbiamo parlato (a vanvera) per decenni di riduzione dell'inquinamento: ora che, giocoforza, milioni di colletti bianchi sono passati, uso razzo, dal lavoro in presenza a quello da remoto, il traffico sulle nostre strade s'è dimezzato. Pensata quanti miliardi di litri di benzina non sono stati bruciati inutilmente. Pensate al cherosene che è stato bruciato per scaldare miliardi di metri cubi di uffici che ora, in maggioranza, stanno per essere dismessi e mai più rioccupati? Tenete conto che, quasi sempre, contemporaneamente erano in funzione sia la caldaia della vostra ditta, che quella del vostro appartamento (quest'ultimo a vuoto)...
Quanto la scuola a distanza, beh, sì, questo è succedaneo che deve essere utilizzato per il più brave tempo possibile. Per tornare alle vecchie aule, con i professori e i compagni. Ma, anche qui,
dipende: da che punto guardi il mondo, tutto dipende...
Massive open online courses - threat or opportunity?
"... Can online courses with large-scale interactive participation and open access via the web replace face-to-face teaching in a traditional university setting? Newsnight's David Grossman examines the rise of massive open online courses (Moocs).
When the internet hits an industry the result is usually pretty dramatic.
Newcomers with revolutionary business models blow away the old established players. Think what happened to Kodak when photography went digital, what happened to high street book shops when Amazon got going.
Now it is the turn of higher education, and not even the cleverest professors can say for sure how this is going to play out.
Right now this change is focused on the Mooc - shorthand for massive open online courses.
Essentially these are packaged up pieces of learning that last a few weeks, are often put together by a top professor at a top university, and are available to anyone with a computer. Enrolment is unlimited, there are no entry requirements, and they are completely free.
Mooc providers will tell you proudly that their product
is not an alternative to going to university, it is an alternative to not going to university..." (CONTINUA NEL LINK)
Oxford University to launch first online 'Mooc' course
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Insomma, ai miei tempi, c'era gente che una laurea non poteva permettersela, perché non aveva in casa un genitore che guadagnava abbastanza da far scappare fuori, grosso mosso, una mensilità in più, con cui coprire le spese del pargolo che studiava a Milano, piuttosto che a Roma, piuttosto che a Bologna o a Pisa. Tutto questo è stato oggettivamente uno scoglio (spesso) insormontabile per tutti quei figli di dei molto minori, magari co' na'
capa tanto, ma pochi
sghei...
Nel bene o nel male, questo Covid, semmai durasse per i prossimi 100 anni, costringendoci ad una vita come l'attuale, finirebbe per mettere tutti
davvero nello stesso punto dei banchi di partenza...
... cosa che, oggettivamente, in tutti i secoli che ci hanno preceduto, non è mai accaduto...