RedWine ha scritto: ↑1 mar 2021, 19:09
porterrockwell ha scritto: ↑1 mar 2021, 17:03
Salvo ha scritto: ↑1 mar 2021, 16:44
Ma chi sarebbero i filoborbonici? Riconoscere che l’unificazione dell’Italia sotto la dinastia sabauda ha peggiorato le condizioni del sud –che i Savoia consideravano terra di mera conquista, da abbandonare al suo destino, e migliorato quelle del nord, che potevano contare sulle risorse del sud e sulla progressiva marginalizzazione di un ‘concorrente’ economico, non significa essere filoborbonici. E’ vero che dopo aver visto gli effetti negativi dell’unificazione molti meridionali rimpiangevano i Borbone, ma erano generazioni del XIX secolo, ormai estinte. C’è qualcuno, oggi, al sud, che vorrebbe una nuova dinastia borbonica? La stramba divagazione sulle mafie, che nulla hanno da vedere con l’unificazione, i Savoia ed i Borbone, meriterebbe forse un altro topic.
Salvo, ne dico una per tutte. E' stata sempre diffusa la vulgata che sia stata la leva militare obbligatoria una delle cause del brigantaggio meridionale poichè privava di braccia le familgie di campagna. Amche nella mia Romagna ex pontificia fu introdotta la novità della leva militare, ma questo non fomentò alcun brigantaggio o renitenza
i napoletani (il popolo, non i "gentiluomini) non si sentirono partecipi alla nuova entità statale, ma occupati, da gente che neanche parlava la loro lingua, ma che occupava tutti i posti di comando, con nuove leggi che non condividevano e uno stato che al contrario del precedente pretendeva imposte sconosciute, lo stato borbonico al popolo chiedeva poco, (e restituiva nulla), invece il regno d'italia fin dal principio dovette coprire le spese di guerra sia del nord che la stessa spesa dell'occupazione del sud, subito dopo l'unificazione il regno d'italia si trovo a dover mantenere per esigenze di ordine pubblico l'esercito piu numeroso d'europa (non il piu potente che è altra cosa) principalmente stanziato al sud.
dal canto suo il regno d'italia fece del suo peggio per inimicarsi le popolazioni meridionali, specie le piu povere, basti pensare alla cartolarizzazione delle proprietà demaniali. il tipico contadino meridionale, non era proprietario di nulla, viveva da mezzadro o da bracciante, ma aveva una risorsa che nel resto d'italia era sconosciuta, le terre demaniali, di proprietà comunale o della chiesa, che poteva sfruttare per mettere assieme il pranzo con la cena. il novello stato italiano ebbe una grande pensata, per tirare su un po di soldi, mise all'asta queste terre, che naturalmente furono comprate da chi aveva soldi, e non certo da chi con quelle risorse ci viveva, i nuovi proprietari dato che le avevano pagate vollero il loro "giusto" guadagno, e cosi milioni di contadini meridionali si trovarono all'improvviso a fare la fame, e di fatto a scegliere tra il brigantaggio (che era endemico anche nel regno delle due sicilie) e l'emigrazione.
altro geniale provvedimento fu la tassazione maggiorata delle case situate nei centri urbani, al nord le città erano relativamente piccole, ed effettivamente chi vi risiedeva aveva un reddito in genere maggiore (commercianti artigiani notabili), in quanto la manodopera agricola che allora costituiva la stragrande maggioranza dei lavoratori, viveva in paesi o casolari sparsi per la campagna. al contrario nel sud per motivi storici, le persone sia benestanti che povere erano concentrate in grossi centri urbani, di conseguenza si trovarono a pagare proporzionalmente per la stessa condizione di vita maggiori tasse che nel resto d'italia
tutte queste cose danno motivo ai neoborbonici di accusare il "nord", come se al contadino piemontese che curava una vigna o al lombardo che portava la pascolo le vacche, gliene venisse in tasca qualcosa delle tribolazioni del sud, in realta la nuova classe dirigente d'italia era costituita anche dai meridionali facoltosi che erano i primi a disprezzare e voler sfruttare il sud, e tradirono il proprio popolo (che non consideravano tale) come in precedenza durante "l'impresa" dei mille avevano tradito in massa il proprio Re.