Governo dei presidenti

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Salvo
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Governo dei presidenti

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"Avvenire": Governo dei presidenti.
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Condivido il titolo di "Avvenire", perché l'utilizzo evidente delle regole del manuale Cencelli nel dosaggio dei ministeri e dicasteri 'politici' fa capire che questa distribuzione è opera non di un tecnico, ma di un politico; e questo politico non può che essere stato il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, la cui fittissima interlocuzione con Draghi proseguirà ancora. Draghi per più di cinquant'anni si è occupato soltanto di economia e finanza e non sa ovviamente nulla di un mondo, quello della politica, con il quale ha avuto occasionali e temporanei contatti. Draghi non sa nulla dei politici italiani e delle regole, dei riti, della politica. A differenza di Mario Monti, che nella sua breve permanenza a Palazzo Chigi non ha dovuto cedere al rispetto delle liturgie politiche ed ha fatto politiche esclusivamente finanziarie nell’esclusivo interesse della finanza, Draghi ha un còmpito più complicato, perché deve gestire una pratica finanziaria e tecnologica (Recovery plan e Nex Generation E.U.) in doveroso coordinamento con la politica. La abissale differenza fra il costituzionalista Sergio Mattarella ed il politico Giorgio Napolitano si vede anche da questo: la Costituzione non prevede governi tecnici, ma soltanto politico-parlamentari, ed un presidente rispettoso della Costituzione non poteva escludere la componente politica. E siccome Draghi di politica non sa (ancora) nulla era necessaria la funzione di tutor da parte di Mattarella. Questa situazione, oltre che prolungare l’interlocuzione strettissima Draghi-Mattarella, induce anche qualche ulteriore riflessione. La prima delle quali, anche per ragioni cronologiche, riguarda l’elezione del prossimo presidente della repubblica all’inizio del prossimo anno 2022. Si è già già abbondantemente straparlato di Draghi come prossimo capo dello Stato, ma le considerazioni sopra svolte ‘bocciano’ fin d’adesso questa prospettiva: al vertice dello Stato -e nel rispetto di quella ‘competenza’ di cui ci si sciacqua la bocca almeno tre volte al giorno- a quel posto occorre una persona competente, cioè esperta di diritto (e di politica) nonché rispettosa della Costituzione. Draghi non è esperto né dell’un settore (diritto e politica) né dell’altro. Bisognerà quindi, al momento dell’elezione, pensare alle ‘risorse’ di cui disponiamo (fra queste il prof. avv. Giuseppe Conte). Se Draghi farà –come spero- soltanto il presidente del Consiglio, vorrei che facesse tesoro dell’esperienza Monti e dei disastri sociali da lui lasciati. Anche se Draghi, nella sua esistenza professionale, non ha avuto occasione di approfondire temi umanistici, vorrei che apprendesse e rispettasse un principio valoriale del quale raramente
si parla: l’economia (e la sua degenerazione finanziaria), la tecnologia, in senso amplissimo, non sono fini ma mezzi, strumenti. Il fine è, da sempre, l’uomo: economia, tecnologia ed ogni altra invenzione partorita dal genere umano ad uso pratico, sono soltanto beni strumentali finalizzati al miglioramento della condizione umana. Da troppo tempo l’uomo e l’ambiente in cui vive (la società, lo Stato), sono retrocessi da fini a mezzi strumentali al servizio dell’economia e della sua degenerazione finanziaria, nel tripudio di quelli che di economia e finanza ingrassano senza alcun rispetto della ineludibile dimensione umana. La svolta urgente e necessaria, non per l’Italia, ma per il genere umano, è quella che ripristini le gerarchie: al di sopra di tutto, prima e sempre, c’è l’uomo; tutto il resto è subordinato. Spero che l’esperienza Draghi non allontani, ancora una volta, questo necessario ed impellente ripristino della scala gerarchica.
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Ovidio
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Re: Governo dei presidenti

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Salvo ha scritto: 13 feb 2021, 11:41 "Avvenire": Governo dei presidenti.
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Condivido il titolo di "Avvenire", perché l'utilizzo evidente delle regole del manuale Cencelli nel dosaggio dei ministeri e dicasteri 'politici' fa capire che questa distribuzione è opera non di un tecnico, ma di un politico; e questo politico non può che essere stato il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, la cui fittissima interlocuzione con Draghi proseguirà ancora. Draghi per più di cinquant'anni si è occupato soltanto di economia e finanza e non sa ovviamente nulla di un mondo, quello della politica, con il quale ha avuto occasionali e temporanei contatti. Draghi non sa nulla dei politici italiani e delle regole, dei riti, della politica. A differenza di Mario Monti, che nella sua breve permanenza a Palazzo Chigi non ha dovuto cedere al rispetto delle liturgie politiche ed ha fatto politiche esclusivamente finanziarie nell’esclusivo interesse della finanza, Draghi ha un còmpito più complicato, perché deve gestire una pratica finanziaria e tecnologica (Recovery plan e Nex Generation E.U.) in doveroso coordinamento con la politica. La abissale differenza fra il costituzionalista Sergio Mattarella ed il politico Giorgio Napolitano si vede anche da questo: la Costituzione non prevede governi tecnici, ma soltanto politico-parlamentari, ed un presidente rispettoso della Costituzione non poteva escludere la componente politica. E siccome Draghi di politica non sa (ancora) nulla era necessaria la funzione di tutor da parte di Mattarella. Questa situazione, oltre che prolungare l’interlocuzione strettissima Draghi-Mattarella, induce anche qualche ulteriore riflessione. La prima delle quali, anche per ragioni cronologiche, riguarda l’elezione del prossimo presidente della repubblica all’inizio del prossimo anno 2022. Si è già già abbondantemente straparlato di Draghi come prossimo capo dello Stato, ma le considerazioni sopra svolte ‘bocciano’ fin d’adesso questa prospettiva: al vertice dello Stato -e nel rispetto di quella ‘competenza’ di cui ci si sciacqua la bocca almeno tre volte al giorno- a quel posto occorre una persona competente, cioè esperta di diritto (e di politica) nonché rispettosa della Costituzione. Draghi non è esperto né dell’un settore (diritto e politica) né dell’altro. Bisognerà quindi, al momento dell’elezione, pensare alle ‘risorse’ di cui disponiamo (fra queste il prof. avv. Giuseppe Conte). Se Draghi farà –come spero- soltanto il presidente del Consiglio, vorrei che facesse tesoro dell’esperienza Monti e dei disastri sociali da lui lasciati. Anche se Draghi, nella sua esistenza professionale, non ha avuto occasione di approfondire temi umanistici, vorrei che apprendesse e rispettasse un principio valoriale del quale raramente
si parla: l’economia (e la sua degenerazione finanziaria), la tecnologia, in senso amplissimo, non sono fini ma mezzi, strumenti. Il fine è, da sempre, l’uomo: economia, tecnologia ed ogni altra invenzione partorita dal genere umano ad uso pratico, sono soltanto beni strumentali finalizzati al miglioramento della condizione umana. Da troppo tempo l’uomo e l’ambiente in cui vive (la società, lo Stato), sono retrocessi da fini a mezzi strumentali al servizio dell’economia e della sua degenerazione finanziaria, nel tripudio di quelli che di economia e finanza ingrassano senza alcun rispetto della ineludibile dimensione umana. La svolta urgente e necessaria, non per l’Italia, ma per il genere umano, è quella che ripristini le gerarchie: al di sopra di tutto, prima e sempre, c’è l’uomo; tutto il resto è subordinato. Spero che l’esperienza Draghi non allontani, ancora una volta, questo necessario ed impellente ripristino della scala gerarchica.
Bravo Salvo, ma ... Draghi imparerà, imparerà a sue e a nostre spese!
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nerorosso
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Re: Governo dei presidenti

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Salvo ha scritto: 13 feb 2021, 11:41 "Avvenire": Governo dei presidenti.
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Condivido il titolo di "Avvenire", perché l'utilizzo evidente delle regole del manuale Cencelli nel dosaggio dei ministeri e dicasteri 'politici' fa capire che questa distribuzione è opera non di un tecnico, ma di un politico; e questo politico non può che essere stato il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, la cui fittissima interlocuzione con Draghi proseguirà ancora. Draghi per più di cinquant'anni si è occupato soltanto di economia e finanza e non sa ovviamente nulla di un mondo, quello della politica, con il quale ha avuto occasionali e temporanei contatti. Draghi non sa nulla dei politici italiani e delle regole, dei riti, della politica. A differenza di Mario Monti, che nella sua breve permanenza a Palazzo Chigi non ha dovuto cedere al rispetto delle liturgie politiche ed ha fatto politiche esclusivamente finanziarie nell’esclusivo interesse della finanza, Draghi ha un còmpito più complicato, perché deve gestire una pratica finanziaria e tecnologica (Recovery plan e Nex Generation E.U.) in doveroso coordinamento con la politica. La abissale differenza fra il costituzionalista Sergio Mattarella ed il politico Giorgio Napolitano si vede anche da questo: la Costituzione non prevede governi tecnici, ma soltanto politico-parlamentari, ed un presidente rispettoso della Costituzione non poteva escludere la componente politica. E siccome Draghi di politica non sa (ancora) nulla era necessaria la funzione di tutor da parte di Mattarella. Questa situazione, oltre che prolungare l’interlocuzione strettissima Draghi-Mattarella, induce anche qualche ulteriore riflessione. La prima delle quali, anche per ragioni cronologiche, riguarda l’elezione del prossimo presidente della repubblica all’inizio del prossimo anno 2022. Si è già già abbondantemente straparlato di Draghi come prossimo capo dello Stato, ma le considerazioni sopra svolte ‘bocciano’ fin d’adesso questa prospettiva: al vertice dello Stato -e nel rispetto di quella ‘competenza’ di cui ci si sciacqua la bocca almeno tre volte al giorno- a quel posto occorre una persona competente, cioè esperta di diritto (e di politica) nonché rispettosa della Costituzione. Draghi non è esperto né dell’un settore (diritto e politica) né dell’altro. Bisognerà quindi, al momento dell’elezione, pensare alle ‘risorse’ di cui disponiamo (fra queste il prof. avv. Giuseppe Conte). Se Draghi farà –come spero- soltanto il presidente del Consiglio, vorrei che facesse tesoro dell’esperienza Monti e dei disastri sociali da lui lasciati. Anche se Draghi, nella sua esistenza professionale, non ha avuto occasione di approfondire temi umanistici, vorrei che apprendesse e rispettasse un principio valoriale del quale raramente
si parla: l’economia (e la sua degenerazione finanziaria), la tecnologia, in senso amplissimo, non sono fini ma mezzi, strumenti. Il fine è, da sempre, l’uomo: economia, tecnologia ed ogni altra invenzione partorita dal genere umano ad uso pratico, sono soltanto beni strumentali finalizzati al miglioramento della condizione umana. Da troppo tempo l’uomo e l’ambiente in cui vive (la società, lo Stato), sono retrocessi da fini a mezzi strumentali al servizio dell’economia e della sua degenerazione finanziaria, nel tripudio di quelli che di economia e finanza ingrassano senza alcun rispetto della ineludibile dimensione umana. La svolta urgente e necessaria, non per l’Italia, ma per il genere umano, è quella che ripristini le gerarchie: al di sopra di tutto, prima e sempre, c’è l’uomo; tutto il resto è subordinato. Spero che l’esperienza Draghi non allontani, ancora una volta, questo necessario ed impellente ripristino della scala gerarchica.
Se è una citazione di un articolo, metti il link, e se non puoi più farlo, segnalamelo in MP che lo aggiungo io. Il regolamento prevede che quando si citano le parole di un articolo tratto dal web, si metta anche il relativo link.

Quanto a Draghi, secondo me ha un "pelo sullo stomaco" che monti si sognava. E, sempre secondo me, ha una elevata conoscenza della Politica. Magari non della "politica politicante", ma della Politica, quella che si discute nelle "segrete stanze", sicuramente.

Altrettanto sicuramente, questo non sarà a nostro beneficio, perchè la Politica è sempre espressione delle classi dominanti.
SLAVA ROSSIJA!!! 🇷🇺
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Re: Governo dei presidenti

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Ho citato soltanto il titolo dell'articolo -che non ho potuto leggere- perché è su quello che ho svolto il mio commento. Altre volte incollo titoli di articoli di cui non cito la fonte per lo stesso motivo. In pratica faccio mio soltanto il contenuto del titolo e non anche il contenuto dell'articolo. In altre parole: trovo giusto mettere il link dell'articolo soltanto quando se ne fa proprio il contenuto, per intero, e non soltanto il titolo o addirittura quando si copia, in tutto o in parte, un titolo di articolo di cui non se ne indica la fonte.
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