Catania: la Bongiorno costringe il tribunale a sentire tutto il potere. 4 in inglese al tribunale dei ministri

Forum di discussione sulla politica italiana, i partiti e le istituzioni.
Avatar utente
porterrockwell
Connesso: No
Messaggi: 3734
Iscritto il: 9 giu 2019, 11:47
Ha Assegnato: 458 Mi Piace
Ha Ricevuto: 2405 Mi Piace

Catania: la Bongiorno costringe il tribunale a sentire tutto il potere. 4 in inglese al tribunale dei ministri

Messaggio da leggere da porterrockwell »

Catania, 3 ottobre 2020 – Ricollocamenti e poi sbarco. La procedura che ha portato Matteo Salvini al tribunale di Catania, su decisione del Tribunale dei Ministri, per non aver autorizzato lo sbarco immediato dei migranti a bordo della Gregoretti, potrebbe rivelarsi una prassi, seguita nel Conte 1, quindi con Salvini ministro dell’Interno, e con Conte 2, con Lamorgese al Viminale che proprio per questo dovrà comparire anche lei di fronte al giudice per confermare se quello che ha fatto ieri Salvini, è quello che continua a fare anche lei oggi. Se così sarà, e cioè se accordarsi prima con gli altri stati membri sulla redistribuzione dei migranti per poi farli sbarcare, è la prassi da sempre seguita, con e dopo Salvini, il processo al leader della Lega si rivelerà solo una grossa bolla di sapone.
L’udienza preliminare, intanto, si è conclusa con la sentenza di non luogo a procedere e quindi di archiviazione per l’accusa di sequestro aggravato per il caso Gregoretti. Le parti civili, invece, hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’ex ministro. Il primo faccia a faccia con i giudici di Catania si conclude bene per il leader della Lega che esterna la sua soddisfazione in una conferenza stampa al termine dell’udienza, insieme al suo avvocato difensore, la senatrice Giulia Bongiorno. Notizia di oggi che in tribunale dovranno presentarsi il 20 novembre anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e gli ex ministri Toninelli e Trenta, mentre il 4 dicembre dovrà comparire anche Luigi Di Maio, l’ambasciatore a Bruxelles Maurizio Massari e, quindi, l’attuale capo del Viminale Luciana Lamorgese. Il nodo è capire se Salvini, com ministro dell’Interno, quando rinviò lo sbarco dei migranti a bordo della nave Gregoretti, stava seguendo una procedura corretta oppure no. E qui le udienze al tribunale di Catania potrebbero riservare colpi di scena clamorosi. Oggi se n’è già sentito l’odore. La difesa, assunta dalla senatrice leghista, Giulia Bongiorno, parla di un clamoroso «errore di traduzione nel fascicolo del tribunale dei ministri che ha spedito Salvini di fronte al giudice per le indagini preliminari. La traduzione della parola “until” – spiega Bongiorno – significa tutto meno che “immediato”, come ha erroneamente tradotto il tribunale dei ministri». Una parola che vale un processo e racchiude il capo di imputazione a carico di Salvini. Secondo il tribunale dei ministri l’autorizzazione allo sbarco doveva essere immediata. Secondo la difesa no. «La normativa europea chiedeva a Salvini di farli sbarcare in tempi ragionevoli, riconoscendo una flessibilità che si ricollega agli accordi tra gli Stati membri per cui prima vanno concordati i rimpatri e poi vengono fatti sbarcare – questa la tesi di Bongiorno tesa a dimostrare che anche oggi, Lamorgese sta seguendo questa prassi. Non esiste obbligo di sbarco immediato – sottolinea -. La procedura di Salvini utilizzata per la nave Gregoretti, non è stata un’iniziativa estemporanea di Salvini, che si è improvvisamente impazzito decidendo di sequestrare i migranti. La scelta di attendere prima di farli sbarcare, si inserisce in una procedura, così come prevista nel contratto di governo, e nel consiglio europeo del 18 giugno 2018. Abbiamo un autorevole testimone – prosegue Bongiorno – il presidente Conte che in una conferenza stampa di fine anno, dichiara pubblicamente che la procedura prevede prima la redistribuzione e poi lo sbarco. Quindi esiste una sequenza in virtù della quale, prima dovevano trovare la ricollocazione dei migranti e poi farli sbarcare. Per questo Salvini ha aspettato. Non è una chiamata in correità di nessuno – precisa Bongiorno ai giornalisti – ma la dimostrazione di una prassi e di una procedura già prevista dal consiglio d’Europa e che sussiste tuttora. Così gli accordi di Malta. Il termine entro cui procedere allo sbarco è di due settimane. Ben più lungo di quello contestato a Salvini». Il giudice «ha rilevato contraddizioni nel fascicolo e ritiene di dover fare approfondimenti», spiega Bongiorno. Unico test chiesto dalla Difesa, l’attuale ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese che dovrà dire se la procedura seguita oggi per gli sbarchi è la stessa seguita da Salvini oppure no. «Non tiriamo in ballo Conte – puntualizza Bongiorno – perché è legittimo quello che dice. Ci interessa solo Lamorgese al fine di verificare se la procedura contestata fosse presente non solo nel Conte 1, ma anche nel conte 2». Ma a chiamare in aula il presidente del consiglio e vari ministri anche ex, ci ha pensato il giudice. «Saranno ascoltati come persone informate sui fatti – continua Bongiorno – C’è un mandato conferito alla polizia giudiziaria per verificare se queste procedure, oggetto di contestazione, prevedono prima le redistribuzioni poi gli sbarchi». Ci sarà poi da verificare se: «quello di Salvini è stato un atto collegiale del governo o estemporaneo del singolo ministro». Se c’è stata, insomma, «condivisone con i ministri».
Scorra come acqua il diritto e la giustizia come un torrente perenne. Amos 5,24
Rispondi