Considerazioni sul termine "migrante" e l'obiettivo dell'ingegneria mondialista
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Considerazioni sul termine "migrante" e l'obiettivo dell'ingegneria mondialista
Nel nostro linguaggio prende corpo il mondo in cui viviamo.
Ora il termine “migrante” (participio presente ) allude ad una destinazione che non si raggiunge mai. L'immigrato (participio passsato) allude ad un qualcosa che ha avuto una partenza ed un arrivo, ad una nuova riterritorializzazione perfezionata. Il migrante è sempre in movimento,non si muove verso una specifica meta. L'uomo così come forgiato dal processo globalista e finanziario, è esso stesso un migrante apolide che si muove di moto browniano nel piano del mercato globale e non si ferma mai. Oggi l'obiettivo dell'ingegneria mondialista non è integrare i migranti, di riterritorializzarli, ma rendere migranti quanti ancora non lo siano. L'obiettivo non è integrare loro, ma render noi come loro. Molti dei nostri giovani vivono già come migranti: cervelli in fuga, l'esperienza Erasmus nobilitata come chance della mondializzazione che ti permette con la laurea di andare a fare il lavapiatti a Berlino, esperienza considerata quasi glamour, cool.
L'obiettivo del mondialismo è renderci tutti migranti, sradicati dalla nostra terra e dalla nostra cultura per sempre, senza particolari diritti.
Ora il termine “migrante” (participio presente ) allude ad una destinazione che non si raggiunge mai. L'immigrato (participio passsato) allude ad un qualcosa che ha avuto una partenza ed un arrivo, ad una nuova riterritorializzazione perfezionata. Il migrante è sempre in movimento,non si muove verso una specifica meta. L'uomo così come forgiato dal processo globalista e finanziario, è esso stesso un migrante apolide che si muove di moto browniano nel piano del mercato globale e non si ferma mai. Oggi l'obiettivo dell'ingegneria mondialista non è integrare i migranti, di riterritorializzarli, ma rendere migranti quanti ancora non lo siano. L'obiettivo non è integrare loro, ma render noi come loro. Molti dei nostri giovani vivono già come migranti: cervelli in fuga, l'esperienza Erasmus nobilitata come chance della mondializzazione che ti permette con la laurea di andare a fare il lavapiatti a Berlino, esperienza considerata quasi glamour, cool.
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Re: Considerazioni sul termine "migrante" e l'obiettivo dell'ingegneria mondialista
To'....mi è sembrato per un attimo di leggere D.Fusaro....porterrockwell ha scritto: ↑6 dic 2019, 20:12 Nel nostro linguaggio prende corpo il mondo in cui viviamo.
Ora il termine “migrante” (participio presente ) allude ad una destinazione che non si raggiunge mai. L'immigrato (participio passsato) allude ad un qualcosa che ha avuto una partenza ed un arrivo, ad una nuova riterritorializzazione perfezionata. Il migrante è sempre in movimento,non si muove verso una specifica meta. L'uomo così come forgiato dal processo globalista e finanziario, è esso stesso un migrante apolide che si muove di moto browniano nel piano del mercato globale e non si ferma mai. Oggi l'obiettivo dell'ingegneria mondialista non è integrare i migranti, di riterritorializzarli, ma rendere migranti quanti ancora non lo siano. L'obiettivo non è integrare loro, ma render noi come loro. Molti dei nostri giovani vivono già come migranti: cervelli in fuga, l'esperienza Erasmus nobilitata come chance della mondializzazione che ti permette con la laurea di andare a fare il lavapiatti a Berlino, esperienza considerata quasi glamour, cool.
L'obiettivo del mondialismo è renderci tutti migranti, sradicati dalla nostra terra e dalla nostra cultura per sempre, senza particolari diritti.
Ma quanto ti ha influenzato?
La realta' è solo un'allucinazione dovuta a carenza di alcol (...un saggio)
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Re: Considerazioni sul termine "migrante" e l'obiettivo dell'ingegneria mondialista
In realtà è roba sua. L'ho messa per iscritto per diffonderla megliocarletto3 ha scritto: ↑6 dic 2019, 20:18porterrockwell ha scritto: ↑6 dic 2019, 20:12 Nel nostro linguaggio prende corpo il mondo in cui viviamo.
Ora il termine “migrante” (participio presente ) allude ad una destinazione che non si raggiunge mai. L'immigrato (participio passsato) allude ad un qualcosa che ha avuto una partenza ed un arrivo, ad una nuova riterritorializzazione perfezionata. Il migrante è sempre in movimento,non si muove verso una specifica meta. L'uomo così come forgiato dal processo globalista e finanziario, è esso stesso un migrante apolide che si muove di moto browniano nel piano del mercato globale e non si ferma mai. Oggi l'obiettivo dell'ingegneria mondialista non è integrare i migranti, di riterritorializzarli, ma rendere migranti quanti ancora non lo siano. L'obiettivo non è integrare loro, ma render noi come loro. Molti dei nostri giovani vivono già come migranti: cervelli in fuga, l'esperienza Erasmus nobilitata come chance della mondializzazione che ti permette con la laurea di andare a fare il lavapiatti a Berlino, esperienza considerata quasi glamour, cool.
L'obiettivo del mondialismo è renderci tutti migranti, sradicati dalla nostra terra e dalla nostra cultura per sempre, senza particolari diritti.
To'....mi è sembrato per un attimo di leggere D.Fusaro....
Ma quanto ti ha influenzato?
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Re: Considerazioni sul termine "migrante" e l'obiettivo dell'ingegneria mondialista
porterrockwell ha scritto: ↑6 dic 2019, 21:07Concetti, concetti, Ma ala fine basta un governo capace ed intelligente che netta in chiaro che "migrante e' OK ma solo se e' stato invitato per lavorare. L' Europa non puo essere la scorciatoia per la felicita' a spese di chi gia ci vive. Ma l' alternativa e' quello di far crescere anche i Paesi da dove proviene l' immigrazione. Per farlo non serve fermare le navi ONG, ma fare una politica d'investimenti simile al Piano Marshall che fece rinascere l' Europa e fare di tutto per ridurre l' islamismo, la religione della guerra. L' Italia POTREBBE farla ma ci sono delle condizioni: la sinistra NON PUO" STARE AL GOVERNO, devono aumentare le nascite e servono partiti e uomini con idee capaci di parlare in Europa. Queste condizioni purtroppo non ci sono. La sinistra e' al governo, le nascite sono miserabili e la presente destra si disinteressa dell''Europacarletto3 ha scritto: ↑6 dic 2019, 20:18ch è roba sua. L'ho messa per iscritto per diffonderla meglioporterrockwell ha scritto: ↑6 dic 2019, 20:12 Nel nostro linguaggio prende corpo il mondo in cui viviamo.
Ora il termine “migrante” (participio presente ) allude ad una destinazione che non si raggiunge mai. L'immigrato (participio passsato) allude ad un qualcosa che ha avuto una partenza ed un arrivo, ad una nuova riterritorializzazione perfezionata. Il migrante è sempre in movimento,non si muove verso una specifica meta. L'uomo così come forgiato dal processo globalista e finanziario, è esso stesso un migrante apolide che si muove di moto browniano nel piano del mercato globale e non si ferma mai. Oggi l'obiettivo dell'ingegneria mondialista non è integrare i migranti, di riterritorializzarli, ma rendere migranti quanti ancora non lo siano. L'obiettivo non è integrare loro, ma render noi come loro. Molti dei nostri giovani vivono già come migranti: cervelli in fuga, l'esperienza Erasmus nobilitata come chance della mondializzazione che ti permette con la laurea di andare a fare il lavapiatti a Berlino, esperienza considerata quasi glamour, cool.
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Re: Considerazioni sul termine "migrante" e l'obiettivo dell'ingegneria mondialista
"Non avrete nulla e sarete felici". e se non fossi felice? "non ti preoccupare, ti cureremo"
Davos agenda 2030.
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Re: Considerazioni sul termine "migrante" e l'obiettivo dell'ingegneria mondialista
Mi'...e io l'avevo preso per tuo....ma va bene lo stesso.porterrockwell ha scritto: ↑6 dic 2019, 21:07In realtà è roba sua. L'ho messa per iscritto per diffonderla megliocarletto3 ha scritto: ↑6 dic 2019, 20:18porterrockwell ha scritto: ↑6 dic 2019, 20:12 Nel nostro linguaggio prende corpo il mondo in cui viviamo.
Ora il termine “migrante” (participio presente ) allude ad una destinazione che non si raggiunge mai. L'immigrato (participio passsato) allude ad un qualcosa che ha avuto una partenza ed un arrivo, ad una nuova riterritorializzazione perfezionata. Il migrante è sempre in movimento,non si muove verso una specifica meta. L'uomo così come forgiato dal processo globalista e finanziario, è esso stesso un migrante apolide che si muove di moto browniano nel piano del mercato globale e non si ferma mai. Oggi l'obiettivo dell'ingegneria mondialista non è integrare i migranti, di riterritorializzarli, ma rendere migranti quanti ancora non lo siano. L'obiettivo non è integrare loro, ma render noi come loro. Molti dei nostri giovani vivono già come migranti: cervelli in fuga, l'esperienza Erasmus nobilitata come chance della mondializzazione che ti permette con la laurea di andare a fare il lavapiatti a Berlino, esperienza considerata quasi glamour, cool.
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To'....mi è sembrato per un attimo di leggere D.Fusaro....
Ma quanto ti ha influenzato?
La realta' è solo un'allucinazione dovuta a carenza di alcol (...un saggio)
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