Re: Media e dintorni

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grazia
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Re: Media e dintorni

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a cura di Enrico Vigna 26 novembre 2020


Ad Memoriam del più grande sui campi di calcio e di un UOMO VERO nella vita.


“..Sono nero o bianco, non sarò mai grigio nella mia vita…Ho sbagliato..anche tanto, ma i miei errori li ho pagati io…”

Partito dal Barrio povero di Buenos Aires, dove era nato e cresciuto, è morto nella sua casa dello stesso Barrio, che, come ha sempre rivendicato orgogliosamente, erano le sue radici e la sua identità, mai rinnegata o dimenticata. Vorrei qui ricordare il Maradona “uomo”, l’altro sarà celebrato in tutte le “salse”, ora è amato da tutti i “grandi”, i “potenti”, in vita lo hanno dileggiato e odiato, perché non si è mai inchinato o asservito a nessuno di loro. Al contrario li ha sempre affrontati a viso aperto senza timori o calcoli di convenienza e ha pagato questa sua coerenza, rara, se non rarissima nella società dello spettacolo e in quel mondo dorato e non solo. Come da lui detto: “

…Mi piace attaccare le persone quando hanno entrambe le mani libere per potersi difendere. Quando le hanno incatenate, mi piace aiutarle…"

Con queste immagini vorrei solo ricordare e scolpire il Maradona “scomodo” , il ribelle, inadattabile alle regole dei potenti, dei padroni del mondo, non solo del pallone.

Nel calcio quest’uomo può essere di tutti, nella vita NO. Egli è appartenuto e simboleggiato un uomo dei popoli. Argentino, napoletano, figlio dell’America Latina bolivariana e indomita, ma anche cittadino e fratello di ogni oppresso, di ogni vinto, di ogni “ultimo” del mondo. Ha impersonato solo una speranza, ma pur sempre una luce di riscatto pur sempre parziale e momentanea, per chi sta ai gradini più bassi di questo mondo. Un “uomo” anche per i suoi errori e debolezze, per le contraddizioni che ha rappresentato. Un uomo capace di grandi e coraggiose scelte e di rovinose e banali cadute .Perché non era un Dio, solo un ragazzo arrivato dalla povertà più dura, che ad un certo punto è divenuto un Re, senza nemmeno capire perché. Ma tutti i suoi errori e cadute nella vita, li ha pagati caramente di persona, cercando ogni volta di rialzarsi in piedi, di tentare di vivere normalmente. Come solo uomini veri possono fare, al di là dei giudizi moralisti e benpensanti, dei maestri di vite “pulite” e linde, ma spesso solo ripulite esteticamente. Maradona si è insozzato nel fango della vita, come può succedere a chiunque di noi. Ma non si è venduto al “potere”, che avrebbe voluto riceverlo come un“figliol prodigo” redento e servile. Dopo ogni caduta, ha sempre rialzato la testa, fino alla fine, senza paure o timori. Mai sottomesso.

Maradona un figlio dei popoli. Uno di NOI, che veniamo e siamo il popolo,che fatichiamo a vivere. Come disse Fidel Castro: “…un Che Guevara del pallone”.

Il “nostro” Maradona. Quello scomodo.

Quando era in campo faceva sognare tifosi e appassionati di calcio, regalava gioie ed emozioni indimenticabili, quando ha lasciato l’erba dei campi, è diventato un megafono per urlare le ingiustizie del mondo che ha vissuto e visto. E’ diventato “partigiano” dei popoli, odiava l’ ”indifferenza”, si schierava e basta. Ha avuto denaro spropositatamente, lusso, avendo il coraggio di dire che gli piaceva, lo ha sperperato in mille modi, come con la cocaina, ma in mille modi lo ha anche usato per cause nobili dei bambini poveri, in decine di paesi del mondo, oltre alla sua Argentina. Contraddizioni e pochezze che ha ammesso e di cui poi, si vergognava anche. Ma è stato anche questo.

“Il dolore più grande dopo la morte dei miei genitori"
“..Mi hanno chiamato da Buenos Aires ed è stato qualcosa di sconvolgente. Un grido terribile mi è uscito dalla gola, perché Fidel era come il mio secondo padre. Ho vissuto a Cuba per quattro anni e Fidel mi chiamava alle due del mattino per parlare di politica, di sport o di qualunque cosa accadesse nel mondo, della vita, ed io ero pronto ad ascoltarlo e a parlare. Questo è il ricordo più bello che mi sia rimasto. Quando c'era un evento mi chiamava sempre per vedere se volevo andare, se volevo collaborare e questo non sarà facilmente dimenticato… ”, Maradona quando ha saputo della morte di Fidel.

“E’ morto un mio amico, un mio confidente, mi ha sempre consigliato… Per me Fidel è stato e sarà eterno, l’unico e il più grande. Mi fa male il cuore perché il mondo perde il più saggio di tutti…mi ha aperto le porte di Cuba, quando in Argentina molte cliniche non mi volevano. Ho avuto con lui un rapporto unico, mi ha aiutato a vivere…a non arrendermi . Addio e gracias comandante!”


Dopo il primo incontro con Chavez, Maradona affermò di essere andato in Venezuela per “incontrare un grande uomo”, ma di avere invece “incontrato un gigante”. “…Chavez ha liberato il Sudamerica dalle grinfie degli Stati Uniti d’America. Ci ha presi per mano e ci ha fatto alzare la testa, rendendoci orgogliosi di essere latinoamericani e camminare da soli “.

Maradona ha devoluto a Chavez e al Venezuela molti soldi per la costruzione di campi di gioco e scuole calcio per i bambini più poveri. In un comizio nel 2009, Diego si presentò alla destra di Chavez con la maglietta “Con Chavez, sì allo sport”. “…Hugo mi ha lasciato una grande amicizia e una visione politica incredibilmente saggia. Ci ha dimostrato che non dobbiamo essere schiavi degli Stati Uniti e che possiamo farcela da soli…”.

“ …Sono addolorato per il colpo di stato orchestrato in Bolivia, in particolare per il popolo boliviano e per Evo Morales, una brava persona che ha sempre lavorato per i più poveri…”

Morales: “ Ho appreso con un dolore al petto della morte del mio fratello dell’anima, Diego Armando Maradona. Una persona che aveva a cuore e lottava per gli umili, il miglior calciatore del mondo…”.

“…Voglio dire ai nicaraguensi che tornerò, che sappiano che Diego Maradona è un amico, un amico del Nicaargua, del comandante Ortega e un amico della lotta del popolo nicaraguense e un soldato di Ortega…un Presidente che viene da una onesta famiglia di lavoratori e lo si vede negli occhi…”. Il Nicaragua lo ha insignito dell’Ordine Sandinista

“…Correa è il futuro politico dell’America Latina, un rivoluzionario moderno che non viene dalle campagne abbracciando un AK-47, ma che ha studiato con attenzione i pregi ed i difetti del capitalismo…”..

"Siamo chavisti fino alla morte e quando Maduro l'ordinerà, indosserò l'uniforme per un Venezuela libero, per combattere l'imperialismo e contro chi vuole impadronirsi delle nostre bandiere, ciò che abbiamo di più prezioso…Viva Chavez, viva Maduro, viva la rivoluzione, viva i veri venezuelani ".

“..Pepe Mujica,Un grande uomo che si è tagliato lo stipendio ed andava in giro in utilitaria e sandaletti, che in passato aveva combattuto per la rivoluzione uruguaiana imbracciando un fucile…”. Pepe Mujica: “ Grazie per averti conosciuto e abbracciato…”

“..Sono un soldato di Dilma Rousseff e Lula, hanno la mia solidarietà. Quando dei sudamericani vengono attaccati dagli Usa e sono in difficoltà, io ci sono…”

Lula: “…La sua genialità e pazzia in campo, la sua intensità nella vita e il suo impegno per la sovranità del Sudamerica hanno marcato la nostra epoca…".

“…Tutto il mio sostegno sincero a Hebe de Bonafini e alle Madres de Plaza de Mayo. Tutti noi vogliamo che il nostro popolo sia rialzi, mangi, che sia felice e sereno…Un grande bacio a Hebe…”. Hebe: “ ..Diego è sempre preoccupato per la nostra situazzione. per l’Argentina. E’ una di quelle persone indispensabili. Ci vogliamo molto bene. Quando ci incontriamo è sempre un momento particolare. Cominciamo a parlare, ci intristiamo e piangiamo insieme. E’ molto amato dai giovani, lo adorano e anch’io lo amo come un figlio…Era sempre dalla parte che doveva essere. Il mondo intero lo ama perché era una brava persona, non ha mai smesso di riconoscere da dove veniva…Ha sempre racccontato, mille volte, di essersi reso conto che sua madre non mangiava e di notte le faceva male lo stomaco, non lo dimentico mai..”.

"Ha sempre criticato la Chiesa perché secondo lui non fa abbastanza per aiutare il prossimo e i poveri. Poi secondo lui è arrivato Papa Francesco, E ha dichiarato dopo averlo incontrato, che da quel momento sarebbe stato ilcapitano della sua squadra, “De ahora en adelante soy el capitán del equipo de Francisco …Vorrei davvero ringraziare Francesco per tutto l'affetto che mi ha dato… Ha promesso che farà qualcosa per i ragazzi poveri. Abbiamo parlato di molte cose, dell'impegno affinché i giocatori si uniscano e facciano qualcosa per i bambini che non mangiano in molte parti del mondo. Oggi posso dire di essere un sostenitore di Francesco…”.

Cristina Fernandez Kirchner, attuale vice presidente dell'Argentina, si è unita al dolore per la scomparsa di Diego Maradona.. "Molta tristezza... Molta. Un "enorme perdita per tutti noi, abbraccio" i familiari. "Hasta siempre, Diego". Maradona aveva più volte espresso il suo sostegno ai governi della famiglia Kirchner.

“…Mohammed Alì è stato l'unico uomo che mi ha permesso di vedere mio padre piangere, accadde quando lo vide dal vivo in un incontro a Las Vegas, nel 1981…Un grande uomo coraggioso e lottatore non solo sul ring…”.

Diego quando incontrò Alì era tremendamente emozionato, ha raccontato Marco Ciriello in “Maradona Presidente”, circa la visita alla casa di Alì con Don King, manager e grande amico di Alì: “… Alì non poteva parlare per la malattia e accoglierlo, poi si lasciò abbracciare e lo ha stretto a sè. È stato un incontro stranissimo…poi Diego ha raccontato del gol con la mano all’Inghilterra che fece sorridere Ali ed ha cambiato la situazione. Quando siamo usciti, Diego sembrava rinato, liberato e io non ho avuto il coraggio di chiedere niente altro, perché avevo assistito a una confessione… In quella stanza ci siamo sentiti tutti vicini e solidali, mentre Diego ammetteva di aver sbagliato a segnare con la mano: «Avrei dovuto chiedere scusa, andare dall’arbitro e dire che non era la mano de Dios ma la mia, quella di un argentino scaltro. Ho sbagliato». Ali l’ha guardato credo come nella bibbia il padre guardò il figlio che tornava a casa e Don King sembrava un cardinale, eccentrico, ma comunque un cardinale e stringeva la spalla di Diego. Una scena che avrei dovuto fotografare, piena di luce, una redenzione muta. Non so dire quanto sia durata, siamo stati sospesi per pochi secondi o per molti minuti, non ha importanza, perché era una scena fuori dal normale. Ali, tremando come un budino, ha scritto su un foglio che teneva sua moglie Yolanda qualcosa di incomprensibile a tutti tranne che a lei, e sua moglie dopo averlo guardato e avergli parlato in un orecchio, ha detto a Diego: fallo sapere alla gente e Diego annuì…”.

Gianni Minà il grande giornalista e grande amico di Maradona così ha ricordato l’uomo e l’amico: “

“Tante volte criminalizzato. Ora silenzio. Con Maradona il mio rapporto è stato sempre molto franco. Io rispettavo il campione, il genio del pallone, ma anche l’uomo, sul quale sapevo di non avere alcun diritto, solo perché lui era un personaggio pubblico e io un giornalista. Per questo credo lui abbia sempre rispettato anche i miei diritti e la mia esigenza, a volte, di proporgli domande scabrose. Dalla polvere di Villa Fiorito, nella provincia di Buenos Aires, dove è cominciata la sua avventura di più grande calciatore mai nato alla militanza politica nei partiti progressisti latinoamericani per i quali ha dato molte volte la propria faccia. Nessun calciatore è mai arrivato a tanto. Diego, per una ironia del destino, se n’è andato da questo mondo lo stesso giorno di un altro gigante, Fidel Castro. Alla fine li rimpiangeremo, come succede a chi ha lasciato una traccia indelebile nel gioco del calcio e della vita. E ora silenzio. Il suo prezzo al mondo del pallone lo ha pagato da tempo…”.

La famosa “mano de Dios”. Il gol che Maradona dichiarò di aver fatto per conto del Padre Eterno, il quale così volle punire l’Inghilterra dopo che la stessa, 4 anni prima, aveva invaso le Falkland-Malvinas, uccidendo centinaia di giovani argentini e poi fece imporre l’embargo sul paese, immiserendo e portando alla fame il popolo argentino. La giustificazione a quel gol, Maradona, l’ha sempre data così, come una lotta politica al potere imperialista del Regno Unito e dei suoi alleati. Una forma di rivincita equa.

Il Maradona per i niños…sempre disponibile e pronto



“…Sono cresciuto in un quartiere povero di Buenos Aires. Privo di elettricità, acqua, telefono. Io SO cosa significa per un bambino essere povero, non avere niente, solo i sogni…”.

Maradona realizza il sogno di Ali, un bambino di otto anni nato senza gambe

Con un video in cui, dove indossava la maglietta Albiceleste dell’Argentina, ha spiegato che gli piace molto giocare a calcio e chiesto di incontrare Maradona, in quel momento allenatore dell’Al Fujairah. ha realiIl suo sogno si è realizzato insieme ad altri bambini e al suo eroe Maradona. Che ha condiviso con loro alcune ore sul campo, dedicando particolare attenzione e affetto ad Ali.

Acerra 1984 - Pietro Puzone,allora riserva del Napoli, viene contattato da un padre di Acerra in disperato bisogno di raccogliere fondi per un'operazione urgente, ma troppo costosa, che avrebbe salvato la vita del figlio piccolo e malato. Il padre aveva cercato di contattare il Napoli per organizzare una partita di beneficenza, ma Ferlaino non aveva acconsentito alla richiesta per paura che i suoi giocatori si infortunassero. Tramite Puzone la voce giunse però alle orecchie di Diego Armando Maradona, che si ribella al presidente, paga di propria tasca la clausola di 12 milioni alla sua assicurazione contro gli infortuni esclamando: "Che si fottano i Lloyd di Londra! Questa partita si deve fare per quel bambino", e nel gennaio del 1985 si presenta in un fangoso terreno di periferia per giocare. Il resto è storia

“ Voglio essere l'idolo dei bambini poveri di Napoli e del mondo, perché loro sono come ero io a Buenos Aires".


Il suo ultimo saluto

“Gracias, amigos. Grazie a tutti. Grazie per gli auguri, per la vicinanza e per l’affetto che continuate a mostrarmi. Mi danno forza e sensazioni positive, cose che in tempi di grande paura per la salute di tutti e di grandi sofferenze economiche per tanti sono assai preziose. Sessant’anni, sì. Sono pochi o sono tanti? Devo cominciare a sentirmi pure io un po’ vecchietto, oppure no? Beh, l’ammetto, me lo sono chiesto. Ma non so darmi una risposta. Se penso, se ragiono, se mi fido della mia voglia di futuro sono pochi perché pensavo e ragionavo così anche quando di anni ne avevo la metà. Se invece penso di fare una corsa, uno scatto, beh, allora mi sembrano tanti…Non credo che a sessant’anni sia già tempo di bilanci, ma non rinnego nulla di quel che è stato e di quel che ho fatto. Non ho rimpianti. Non voglio averne. Certo, so di non aver fatto sempre cose giuste, ma se ho fatto del male, l’ho già detto, l’ho fatto solo a me stesso, non agli altri. Però da una quindicina di anni ho imparato a volermi più bene e ora sono felice. Che regalo mi piacerebbe avere? Niente per me. Vorrei che questa pandemia assassina se ne andasse via, questo sì. Vorrei che lasciasse in pace tutti e soprattutto quei Paesi e quei popoli e quei bambini tanto poveri da non potersi neppure difendere. Vorrei che qui in Argentina come in tante, troppe, altre parti del mondo fossero sconfitti anche i virus della fame e della mancanza di lavoro che divorano la dignità delle persone. E poi, visto che non ce la faccio proprio a non parlare di pallone, vorrei che il mio Gimnasia, prossimo a tornare in campo, dopo novant’anni e più, rivincesse il campionato. E se è vero che non c’è due senza tre, vorrei che un altro scudetto lo vincesse presto pure il Napoli. Lo seguo. Mi piace. Caro Gattuso, vai avanti così: con la tua grinta e la tua capacità di fare calcio. Faccio il tifo per te e voglio dirti una cosa: c’è gente che si vanta di aver giocato nel Barcellona, nel Real Madrid, nella Juventus. Io mi vanto e sono orgoglioso di aver fatto parte del Napoli. Spero che un giorno possa dirlo pure tu. Grazie ancora, amici miei. Vi abbraccio tutti, Forse anche un po’ commosso. ..Sarà colpa dell’età “

“…Se muoio, voglio rinascere e voglio fare il calciatore. E voglio essere ancora Diego Armando Maradona. Sono un giocatore che ha dato gioia alle persone e questo mi basta e ne ho in abbondanza".

“ Ci sono uomini, nell’animo dei popoli, la cui morte pesa come una piuma e altri la cui morte pesa come una montagna” (Mao)

Addio Dieguito. Che la terra ti sia lieve.


https://www.lantidiplomatico.it/dettnew ... 790_38407/
Holubice
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Re: Media e dintorni

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giaguaro ha scritto: 11 giu 2020, 14:00 Forse bisognerebbe cercare di capire come sia andata a finire questa storia d'amore di Montanelli e moglie.
Il fatto che sia stata venduta dalla propria famiglia e acquistata da Montanelli, o chi per lui, potrebbe essere ininfluente, se poi si è comportato come un marito normale, considerandola come moglie regolare sia quando era in Etiopia e sia quando è rientrato in Italia.
Ciò, in quanto il padre l'ha venduta secondo il modus operandi in uso nella cultura di quei paesi. Effettivamente la giovane età della bambina è condannabile. Ma questo è dovuto anche alla mentalità culturale di quei popoli.
Se però Montanelli, quando è rientrato in Italia, si è dimenticato dell'esistenza della consorte, soprattutto perché troppo giovane e infinitamente povera e di colore, allora si è macchiato di un peccato difficilmente perdonabile. Mi auguro che le cose non siano andate in questo modo; perché, altrimenti, il suo comportamento offusca la sua immagine più dell'effettiva rimozione della sua statua!
Sì, però tu il pieno alla tua auto lo vuoi fare...



... come la famiglia di Sordi voleva vivere con tutti i comfort. Ne parlavo con mio fratello tempo fa, che criticava i cosiddetti contractors, termine fumoso traducibile con i vecchi mercenari, i quali vengono assoldati da tutti i governi occidentali in Iraq, e in tutti quegli scenari di guerra in cui con tanta lena andiamo ad esportare 'democrazia' e ad importare petrolio e materie prime a contratti di favore. Per avere un certo benessere, bisogna andarsi a prendersi quei materiali, e lo si deve fare in concorrenza con tantissime altre nazioni che vi hanno messo gli occhi. Così è ora, così era nell'Italia degli anni '30 in cui Montanelli se ne andò in Etiopia. Dove ci sono soldati di vent'anni, ci sono sempre bordelli. E' inevitabile. O quelle mogli abissine. Che sono comunque molto meglio dell'alternativa: gli stupri sulla popolazione civile.

Si fa presto a puntare il dito dal divano di casa propria. Con il termostato fisso sui 24 gradi...


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grazia
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Re: Media e dintorni

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Perché la pandemia Covid-19 non è la peggiore che vivremo: l’allarme dell’Oms e cosa fare
Poiché viviamo in una società globale sempre più complessa, queste minacce continueranno
30 Dicembre 2020


Negli ultimi 12 mesi, vite ed economie sono state sconvolte dal Covid-19. Ma negli anni l’Oms aveva avvertito che il mondo non sarebbe stato preparato a una pandemia. Che poi ci tra travolto.

Oggi contiamo 82 milioni di contagi in tutto il mondo, 46,3 milioni di guariti, 1,79 milioni di vittime, con gli Stati Uniti in testa sia per numero di positivi che di morti.

Mentre il presidente Biden critica il piano vaccini di Trump e promette 100 milioni di dosi nei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca, in Germania si registra il record di decessi in un giorno, in America Latina sono stati superati i 500mila morti mentre in Francia per ora il Governo non intende imporre un nuovo lockdown per arginare il contagio, anche se potrebbe anticipare il coprifuoco nelle aree orientali, le più colpite.

L’anno della pandemia, questo drammatico 2020 che si chiude con un record di morti per Covid in Italia (primo Paese in Europa), con un numero di vittime che supera persino quelle del 1944, quando eravamo in guerra, ci lascia con due probabili certezze.

L’assoluta importanza del vaccino anti-Covid
Il vaccino anti-Covid potrà salvare oltre 30mila italiani se verrà superata la soglia dell’immunità di gregge e se la copertura arriverà all’80% tra le popolazioni più a rischio, ovvero immunodepressi e anziani.

Al contrario, se non si riuscisse a coprire un target adeguato entro il secondo trimestre del prossimo anno, cioè entro giugno 2021, rischieremmo di avere oltre 8 mila decessi in più. Se per assurdo nessuno in Italia dovesse sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid, situazione evidentemente – e fortunatamente – irrealistica, potremmo contare altre 62 mila morti per Coronavirus.

“Si è aperto un nuovo terreno, non da ultimo con la straordinaria collaborazione tra settore pubblico e privato in questa pandemia. E nelle ultime settimane, il lancio di vaccini sicuri ed efficaci è iniziato in numerosi Paesi, il che è un risultato scientifico incredibile. Questo è fantastico, ma l’Oms non si fermerà fino a quando i bisognosi non avranno accesso ai nuovi vaccini e saranno protetti” ha detto l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Covid-19 diventerà endemico?
Sembra che il destino del virus sia quello di diventare endemico, così come altri quattro Coronavirus umani, e che continuerà a mutare mentre si riproduce nelle cellule umane, specialmente nelle aree di ricovero più intenso, ha annunciato il prof. David Heymann, presidente del gruppo consultivo strategico, tecnico dell’Oms per i rischi infettivi ed epidemiologo alla London School of Hygiene and Tropical Medicine.

“Fortunatamente, abbiamo strumenti per salvare vite umane e questi, in combinazione con una buona salute pubblica, ci permetteranno di imparare a convivere con Covid-19″.

Secondo il capo del programma di emergenza dell’Oms, Mike Ryan, “lo scenario probabile è che il virus diventerà un altro virus endemico che rimarrà in qualche modo una minaccia, ma una minaccia di livello molto basso nel contesto di un efficace programma di vaccinazione globale”.

Resta da vedere quante persone decideranno di vaccinarsi, motivo per cui si sta anche valutando l’obbligatorietà del vaccino, anche se in Italia per il Governo Conte sembra un’ipotesi lontana. L’esistenza di un vaccino, anche ad alta efficacia, non garantisce comunque per forza l’eliminazione o l’eradicazione di una malattia infettiva.

Il capo scienziato dell’Oms, Soumya Swaminathan, ha dichiarato anche che essere vaccinati contro il virus non significa che misure di salute pubblica come l’allontanamento sociale possano essere interrotte in futuro.

Ma gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno avvertito che il mondo dovrà imparare a convivere con il Coronavirus e, anche se la pandemia di Covid è stata molto grave, non è necessariamente “quella più grande”. Potrebbe cioè non essere la peggiore che vivremo.

Perché la prossima pandemia potrebbe essere più grave
La prossima potrebbe essere anche più grave. “Questo è un campanello d’allarme. Stiamo imparando, ora, come fare le cose meglio: scienza, logistica, formazione e governance, come comunicare meglio. Ma il pianeta è fragile” avverte. Poiché viviamo in una società globale sempre più complessa, queste minacce continueranno. “Se c’è una cosa che dobbiamo cogliere da questa pandemia, con tutta la tragedia che si porta dietro, è che dobbiamo agire insieme”.

Il primo ruolo del vaccino è quello di prevenire malattie sintomatiche, malattie gravi e decessi. Ma resta da vedere se i vaccini ridurranno anche il numero di infezioni o impediranno alle persone di trasmettere il virus.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’Oms, ha sottolineato l’importanza di un “One Health Approach”, che integri la salute umana, la salute degli animali e la salute delle piante, nonché i fattori ambientali.

75% delle malattie infettive arrivano da germi
Aspetto trascuratissimo ma ormai incontrovertibile, visto che il 75% delle malattie infettive umane nuove ed emergenti sono zoonotiche, causate cioè da germi che si diffondono tra animali e persone. “Qualsiasi sforzo per migliorare la salute umana è destinato a fallire, a meno che non affronti l’interfaccia critica tra uomo e animali”, ha affermato Tedros (qui trovate i possibili virus con cui ci troveremo a lottare nei prossimi anni e che rischiamo di trasformarsi in pandemia).

Il capo dell’Oms ha anche esortato i paesi a investire nella capacità di preparazione per prevenire, rilevare e mitigare le emergenze, e ha ribadito l’importanza di forti sistemi sanitari primari come fondamento della copertura sanitaria universale e degli “occhi e orecchie” dei sistemi sanitari ovunque. “La vera preparazione non è solo un lavoro del settore sanitario, richiede un approccio per tutto il governo e per tutta la società”.
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Re: Media e dintorni

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Ora vogliono colpire la casa Patrimoniale? Cosa ci aspetta
Tra i banchi dell’attuale maggioranza resta l’ipotesi di una patrimoniale. L'Ance tuona: "Rischi grossi per l'economia". Cosa può accadere


Stefano Damiano - Gio, 21/01/2021 - 07:42
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Che in questo momento di difficoltà economiche (oltre che politiche) si possa pensare ad una nuova tassa sulla casa sembrerebbe quantomeno ‘paradossale", eppure l'ipotesi c'è ed è tutt’altro che remota.

Già lo scorso dicembre, difatti, durante i lavori in parlamento era uscito un provvedimento con cui si sarebbe impegnato il governo “a inserire in prossimi provvedimenti legislativi una riforma delle imposte patrimoniali oggi vigenti”.



Nei fatti, l’idea che circola è quella di una nuova forma di tassazione sulla ricchezza - una sorta di patrimoniale - rivolta a coloro i quali abbiano un patrimonio superiore ai 500mila euro compresi beni come la prima casa.

Con 19 sì, sei astenuti e 462 contrari la Camera ha bloccato questa misura su cui, però, parte del Pd e di Leu potrebbero tornare alla carica. Negli scorsi giorni, ad esempio, Nicola Fratoianni di Leu aveva scritto su facebook : "Anche la Banca d'Italia si esprime a favore di una patrimoniale […] Secondo l'istituto aiuterebbe a redistribuire la ricchezza e incentiverebbe impieghi più produttivi delle risorse, soprattutto in un Paese con un'elevata evasione fiscale come, purtroppo, il nostro. E il rischio che i capitali fuggano all'estero, uno degli argomenti più forti dei nostri detrattori, oggi sarebbe ridotto grazie al continuo scambio di informazioni tra amministrazioni fiscali".

Ad essere colpito dalla patrimoniale, però, sarebbe soprattutto il ceto medio che vedrebbe "aggredito" un bene primario il cui valore, negli scorsi anni, è stato sfalsato da speculazioni, scarsi investimenti pubblici nell'edilizia sociale e popolare e da una (forse voluta) disattenzione al settore edile.

Da Forza Italia è già arrivato il no categorico all’ipotesi patrimoniale, con Deborah Bergamini che - ribadendo le posizioni già espresse da Giorgio Mulè - ha dichiarato: "Chiunque siano i responsabili e ovunque siano nascosti, sappiano che il nuovo governo Conte riproporrà la patrimoniale. Lo ha messo nero su bianco Fratoianni alla Camera dei Deputati. A chi ha già perso molto con la crisi economica, con la patrimoniale toglieranno anche quel poco che rimane. Forza Italia con il presidente Berlusconi non lo permetterà. Difendere le proprietà e i risparmi degli italiani, soprattutto in una fase di grande emergenza come quella che stiamo vivendo, è un imperativo".


Ma di cosa si tratta e quali potrebbero essere gli effetti di una patrimoniale sulla casa… andiamo per ordine

Cosa è una patrimoniale
La patrimoniale è un’imposta che riguarda i beni sia mobili che immobili. L'imposta riguarda, pertanto, denaro, case, azioni, valori preziosi, obbligazioni e può "colpire" le persone fisiche e quelle giuridiche.

Si definisce imposta e non tassa perché viene corrisposta non per un servizio ricevuto ma per servizi che lo Stato o gli Enti pubblici corrispondono alla collettività. La patrimoniale può essere, inoltre, fissa o variabile: nel primo caso riguarda tutti i contribuenti per lo stesso importo mentre, nel secondo caso, varia in relazione al patrimonio.

Infine, queste imposta può essere periodica - versata con cadenza regolare - o “straordinaria”, cioè applicata una sola volta.

Secondo i dati della Cgia di Mestre relativa all'annualità 2017, si contavano circa una quindicina di patrimoniale tra cui: bollo auto, l’imposta di bollo, il canone Rai, l’imposta su aeromobili e imbarcazioni, le tasse sulle successioni, donazioni e transazioni finanziarie.

Il valore, sempre relativo al 2017, era di circa 46miliardi di euro di cui le imposte sugli immobili hanno consentito all'Erario di incassare 21,8 miliardi anche considerando che l’Italia è tra i paesi europei con i più alti tassi di proprietà da parte delle famiglie (superiore al 70%, mentre in Francia sono il 65%, in Germania il 51%. Dati Acer - Associazione dei Costruttori Edili di Roma e Provincia).


L'idea di agire con una patrimoniale sulla casa, come riportato in un precedente articolo de IlGiornale.it, nascerebbe dall'intento di alleggerire il carico fiscale sui lavoratori aumentando, invece, le tasse sui consumi e sulla ricchezza, "considerato (non si sa da chi. Ndr) meno dannoso per la crescita".

Difatti, questa nuova Imu colpirebbe soprattutto il ceto medio essenziale alla ripresa dell’economia del nostro Paese, che già si trova ad essere tassato, in media, tra il 38 e il 43%. Una patrimoniale, quindi, potrebbe rappresentare un aggravio di spesa con effetti estremamente negativi sul portafoglio delle famiglie degli italiani.

“Un aumento della tassazione di un bene come quello della casa – dichiara Nicolò Rebecchini, presidente dell’Associazione dei Costruttori di Roma - avrebbe un pericoloso effetto negativo per le famiglie che spesso, con grande sacrificio, hanno acquistato la propria abitazione o quella per i propri figli”.

Quali tasse sulla casa esistono già
La proprietà di una casa implica il pagamento di alcune tasse tra cui, in primis, l'Imu (senza dimenticarsi di Tasi, Tari). L'imposta unica municipale concede l'esenzione dal pagamento per le prime case ad eccezione solo dei seguenti immobili di lusso:

Categoria catastale: A/1; Tipologia di immobile: Abitazioni di tipo signorile
Categoria catastale: A/8; Tipologia di immobile: Abitazioni in ville
Categoria catastale A/9; Tipologia di immobile: Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici
Secondo quanto previsto dalla legge di Bilancio 2020, l’esenzione prima casa si applica anche alle pertinenze classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, fino a un massimo di un’unità per categoria.


Il Mef ha stabilito che le aliquote per le prime case appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 siano del 5 per mille con la facoltà dei Comuni di ridurre o aumentare dell’1 per mille e di applicare un’ulteriore riduzione di 200 euro.

Sulle seconde case, invece, viene applicata un’aliquota minima dell’8,6 per mille che può arrivare fino al 10,6 o maggiorata ulteriormente fino all’11,4 su delibera del Comune che deve stabilire le aliquote entro il 28 febbraio. L’idea di un reinserimento dell’Imu sulla prima casa attraverso una patrimoniale rappresenterebbe, pertanto, un vero salasso per il ceto medio effetti negativi non solo sul portafoglio delle famiglie ma sull’intera economia.

“Un’eventuale patrimoniale sulla casa - dichiara Rebecchini - oltre ai riflessi negativi sull’economia in generale, evidenzierebbe un paradosso: da una parte aumenterebbero le entrate per l’erario per la maggiore tassazione e, dall’altra, si avrebbe una diminuzione delle stesse a causa dei minori investimenti”. “Approcciare con questo metodo al bene casa evidenzierebbe – continua il presidente Acer - una confusione a livello Istituzionale in quanto, da una parte lo Stato interviene con incentivi fiscali dedicati alle famiglie (superbonus), per consentire la trasformazione green del patrimonio immobiliare e, dall’altro, ridurrebbe fortemente l’impatto con una tassazione dello stesso patrimonio incentivato”.

Quali sarebbero gli effetti di una patrimoniale sulla casa
Per capire gli effetti di una patrimoniale sulla casa basta fare due calcoli. Prendiamo come esempio le grandi città dove il costo di una casa - anche di piccole dimensione - rappresenta una spesa ingente.

Tra la casa di proprietà, i risparmi e tutto il resto, il tetto di 500mila euro significherebbe andare a colpire buona parte del ceto medio italiano che si si troverebbe a pagare una tassa tra lo 0,2-0,5% e il 2% a seconda del valore del proprio patrimonio.


Facciamo un esempio… Fabio e Maria abitano con i propri 2 figli a Roma. Lei è un'insegnate e lui un commerciante e nell'anno mettono insieme una reddito di circa 60/70mila euro. Un reddito buono che gli permette di vivere in modo tranquilli senza eccessi. Sono in comunione dei beni e proprietari di 2 case frutto degli sforzi dei genitori di entrambi.

La casa di Roma è di 120 mq; nella capitale il valore medio (stima Immobiliare.it) 3.241 €/m² è di conseguenza il loro stato patrimoniale di partenza sarebbe, così, già di oltre 380mila euro. La casa in cui abitano i coniugi è stata comprata dai genitori di lui che hanno pagato il mutuo, l'Imu sulla seconda casa - fino a quando è stata di loro proprietà - e, infine, la donazione.

I genitori di lei, invece, le hanno lasciato una casa in provincia; la proprietà di Maria vale circa 100mila euro e la donna non vuole vendere per motivi affettivi nonostante, essendo seconda casa, paghi moltissime tasse.

Calcolatrice alla mano i 500mila euro di patrimonio complessivo sono stati già raggiunti e ora, oltre alle imposte altissime sulle case di Maria, anche la prima casa comporterà l'obbligo di pagare un'imposta che potrebbe oscillare tra lo 0,2/0,5% e il 2% .

“È venuto il momento che il Parlamento affronti una riforma fiscale che inquadri in maniera chiara ed inequivocabile quali sono gli obiettivi e le strategie per la casa”, conclude il presidente dell’Ance di Roma: “In altre parole, i processi di rigenerazione del patrimonio esistente finalizzati a dare una migliore sicurezza e funzionalità delle abitazioni, la riqualificazione delle periferie, per ridurre il disagio sociale, sono un obiettivo fortemente voluto o sono solo dichiarazioni di facciata per poi andare nelle direzione opposta?”

Da "IL GIORNALE"
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