SPIGOLANDO......

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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

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Invettiva di Timone....


il quale, dopo avere dissipato i suoi beni per generosità verso coloro che credeva amici, e da questi respinto nel momento del bisogno , si ritira in una grotta odiando tutti e tutto.....


""Ch'io mi volga indietro a guardarti. O tu, muraglia che ricingi quei lupi, sprofonda nella terra e non proteggere più Atene! Diventate incontinenti, matrone! L'obbedienza sparisca nei fanciulli! Schiavi e pazzi, strappate i grinzosi senatori dai loro seggi e amministrate le leggi in loro vece! In pubbliche bagasce mutatevi all'istante, fresche virginità! Fatelo sotto gli occhi dei vostri genitori! Voi, falliti, tenete duro, e invece di pagare, fuori i coltelli e tagliate la gola dei vostri creditori! Servi giurati, rubate! I vostri austeri padroni sono ladri a man bassa e saccheggiano in nome della legge. E tu serva, va' nel letto del padrone, poiché la tua signora è di bordello. Figlio sedicenne, strappa la gruccia imbottita del tuo vecchio padre zoppicante e con essa spaccagli il cervello! Pietà, timore, devozione agli dei, pace giustizia, verità, domestica reverenza, riposo notturno, buon vicinato, cultura, costumi, arti e mestieri, gerarchie, riti, consuetudini e leggi, decadete nei vostri deleteri opposti, e solo viva il caos! Pestilenze che colpite gli uomini, ammassate le vostre potenti e infette febbri su Atene, matura alla rovina! E tu, fredda sciatica, storpia i nostri senatori, così che lussuria e libidine, nel cuore e nel midollo della nostra gioventù, in dissolutezza! Rogne e pustole, disseminatevi sul petto degli Ateniesi e la loro mèsse sia una lebbra universale! L'alito infetti l'alito, sì che la loro società, come la loro amicizia, sia solo veleno! Da te voglio portar via nient'altro che nudità, o città detestabile! Prendi anche questa con innumerevoli maledizioni! Timone se n'andrà nelle foreste dove troverà bestie selvagge molto più miti dell'uman genere. Confondano gli dei (uditemi voi tutti. buoni dèi!) gli ateniesi, dentro e fuori queste mura! E concedano che con la vita di Timone cresca anche il suo odio per tutta la razza degli uomini, grandi e umili! Amen.""

William Shakespeare -Timone d'Atene

&&&&&

Certo che Willy ci andava giù pesante, ma oggi come oggi con quello che leggiamo su i vari forum o Social le sue invettive fanno quasi sorridere.....Anche Cecco porello ai suoi tempi divenne famoso per le sue irriverenti rime ma forse oggi si divertirebbe ancor di più......


S’i’ fosse foco, ardere’ il mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo;

s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti cristïani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.

S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre,

S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.

Cecco Angiolieri
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da heyoka »

Un bel Trotone anche questo Timone, mi sembra.
Sarebbe comico che il termine timone ( inteso come attrezzo per dirigere una barca) prendesse il nome da questo personaggio tragicomico.
Ne sai qualcosa, Grazia? 🌹
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
(Proverbio dei Sioux)
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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

Timone d'Atene (The Life of Timon of Athens [La vita di Timone d'Atene]) è una tragedia di William Shakespeare, che tratta del leggendario misantropo ateniese Timone, probabilmente ispirato anche al celebre omonimo filosofo. Viene generalmente considerata come una delle opere più oscure e di difficile comprensione di Shakespeare.

Trama
Atto I

Timone organizza un grande banchetto, a cui partecipano quasi tutti i personaggi. Distribuisce il proprio patrimonio senza parsimonia e tutti cercano di compiacerlo per averne di più, tranne Apemanto, un filosofo il cui cinismo non piace a Timone. Gradisce molto gli omaggi del poeta e del pittore e accetta in dono un gioiello dal gioielliere, anche se prima che l'atto si concluda l'ha già dato ad uno dei suoi amici.
Atto II

Flavio è turbato per il fatto che Timone ha sperperato tutti i suoi beni esagerando con la sua munificenza, patrocinando scrittori ed artisti parassiti e risollevando dubbi amici dai loro guai finanziari. Timone, tornando dalla caccia, è invece arrabbiato per il fatto che non gli sia stato fatto osservare prima e rimprovera Flavio, che gli dice che in passato aveva tentato varie volte di farlo senza successo ed ora è finita: tutti i suoi terreni sono stati venduti. Ad aiutare Timone è proprio il suo opposto, il cinico filosofo Apemanto, che spaventa i falsi amici di Timone con le sue caustiche battute. Insieme ad un buffone attacca i creditori di Timone quando si presentano per chiedere di essere saldati immediatamente. Timone manda i propri servi a chiedere aiuto agli amici che considera a lui più vicini.
Atto III
Illustrazione ottocentesca di Timone

Ad uno ad uno i servi di Timone vengono scacciati dai suoi falsi amici, e due di essi si abbandonano a due lunghi monologhi per esprimere la propria rabbia verso di loro. In un altro luogo uno dei più giovani ufficiali di Alcibiade sfoga la propria rabbia in maniera ancor più esagerata, uccidendo un uomo. Alcibiade chiede clemenza al Senato, sostenendo che un crimine passionale non dovrebbe essere giudicato con la stessa severità richiesta da un omicidio premeditato. I senatori non sono d'accordo e, quando Alcibiade insiste troppo, lo condannano all'esilio perpetuo. L'atto si conclude con Timone che discute con i servi la vendetta che preparerà in occasione del successivo banchetto.
Atti IV e V

Timone dà una festa più modesta, organizzata soltanto per coloro che l'hanno tradito. Vengono portati vassoi ed anfore, ma gli amici non vi trovano cibi e leccornie, ma solo sassi ed acqua bollente. Timone li scaglia contro di loro e fugge via. Il leale Flavio giura di ritrovarlo.

Maledicendo le mura della città Timone si rifugia in una zona selvaggia e va a vivere in una grotta, cibandosi di radici. Qui scopre un tesoro sepolto. La notizia si sparge e il poeta con il pittore, Apemanto, e tre banditi riescono a trovare Timone prima di Flavio. Egli offre la maggior parte di quest'oro ad Alcibiade per finanziargli l'assedio della città. Ad accompagnare Alcibiade ci sono due prostitute, Frine e Timandra, che scambiano pungenti battute con l'amareggiato Timone riguardo alle malattie veneree. Quando entra in scena Apemanto ed accusa Timone di imitare la sua indole pessimista, gli spettatori sono costretti ad assistere allo strano spettacolo di un reciproco scambio di invettive tra i due misantropi.

Arriva Flavio. Anche lui vuole la sua parte di denaro, ma vuole anche che Timone torni indietro e riprenda il suo posto nella società. Timone si rende conto di avere in Flavio un vero amico, ma si duole del fatto che quell'uomo sia un semplice servo. Dice agli inviati di Atene, che speravano che Timone potesse ridurre Alcibiade a più miti consigli, di andarsi ad impiccare e muore. Alcibiade, marciando verso Atene, posa a terra il proprio guanto e conclude la tragedia leggendo l'amaro epitaffio che Timone si era preparato:
(EN)

«Here lie I, Timon, who alive, all living men did hate,
Pass by, and curse thy fill, but pass and stay not here thy gait.»
(IT)

«Timone, qui giaccio; in vita tutti gli uomini odiai;
passa ed impreca pure, ma non sostare qui mai»
(William Shakespeare, Timone d'Atene)

Oppure in alternativa:
(EN)

«Here lies a wretched corpse of wretched soul bereft:
Seek not my name: a plague consume you wicked caitiffs left!»
(IT)

«Qui giace il misero corpo della grama anima sua ormai privato:
non cercate il mio nome: codardi malvagi, che una pestilenza vi abbia consumato!»
(William Shakespeare, Timone d'Atene)

Anche se il manoscritto originale di Shakespeare li riporta entrambi, data la loro natura contraddittoria, non è possibile che il poeta intendesse includerli entrambi e si pensa che, nel dubbio, abbia alla fine dimenticato di cancellarne uno. Il primo è una citazione di Callimaco.

______________

Ciao Heyoka,buona giornata
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da heyoka »

Non mi hai detto Grazia, se questo personaggio Timone è stato usato per definire l' attrezzo che viene usato per dirigere le imbarcazioni.
Sei un pozzo di sapere che devo ringraziare.
Ciao! Bye
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
(Proverbio dei Sioux)
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Re: SPIGOLANDO......

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TIMONE

Origine
Continua il nome greco antico Τίμων (Timon), basato sul termine τιμη (timē), che vuol dire "onore", "stima". Il significato può quindi essere interpretato come "onorevole", "stimato", lo stesso dei nomi Esmé, Onorato e Arya.
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Re: SPIGOLANDO......

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La raggione der perchè


Ieri sentivo un Grillo
che cantava tranquillo in fonno a un prato;
un po’ più in là, dedietro a lo steccato,
una Cecala risponneva ar trillo;
e io pensavo: – In mezzo a tanti guai
nun c’è che la natura
che nun se cambia mai:
‘ste povere bestiole
canteno l’inno ar sole
co’ la stessa annatura,
co’ le stesse parole
de seimil’anni fa:
cór solito cri-cri,
cór solito cra-cra…
Dar tempo der peccato origginale
tutto è rimasto eguale.
Dall’Aquila a la Pecora a la Biscia,
chi vola, chi s’arampica, chi striscia;
dar Sorcio a la Mignatta a la Formica
chi rosica, chi succhia, chi fatica,
ma ogni bestia s’adatta a fa’ la vita
che Dio j’ha stabbilita.

Invece l’Omo, che nun se contenta,
sente er bisogno de l’evoluzzione
e pensa, studia, cerca, scopre, inventa…
Ma sur più bello ch’è arivato in cima,
quanno se crede d’esse più evoluto,
vede un pezzetto d’oro… e te saluto!
È più bestia de prima!

TRILUSSA
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Re: SPIGOLANDO......

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L'angolino del Sorriso


Una manager in carriera, da alcuni giorni si trovava a Parigi per motivi di lavoro. Un giorno riceve una lettera dal suo fidanzato, che vive in Italia, nella quale c’era scritto:
“Cara Giulia, non sopporto più questa situazione, e ho deciso di interrompere la nostra relazione.
La distanza che ci separa è troppo grande. Devo ammettere che ti sono stato infedele 10 volte da quando te ne sei andata, e tu non meriti questo. Mi dispiace.
Per favore, mi potresti restituire la foto che ti ho mandato?
Con amore. Luigi”
La donna, molto ferita, chiese a tutte le sue colleghe di lavoro che le regalassero le foto dei loro fidanzati, amici, zii, cugini, fratelli, ecc…
Insieme alla foto di Luigi, mise in una busta anche tutte quelle regalatele dalle amiche, circa 57 foto in tutto. E una nota che diceva:
“Luigi, perdonami, non riesco a ricordarmi chi cazzo sei! Cerca la tua foto nel pacchetto e restituiscimi il resto!”
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Re: SPIGOLANDO......

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Acceittare le idee altrui
Rispetto, comprensione, discussione: il cammino proposto da Norberto Bobbio

Norberto Bobbio con Indro Montanelli nel 1990 Oggi, soprattutto grazie (o per colpa?) dei social network, tutti abbiamo le idee chiare su tutto, tutti abbiamo un’opinione su quello che succede in qualunque parte del mondo. E così emettiamo i nostri giudizi, a volte anche brutali, nella certezza di essere nel vero.

Ma le cose stanno proprio così? Norberto Bobbio (1909-2004), considerato il massimo teorico del diritto e il massimo filosofo italiano della politica nella seconda metà del Novecento, ebbe a fare la dichiarazione che trovate qua più avanti.
Quella di Bobbio è una frase molto breve sul rispetto ma, come tutti gli aforismi ben riusciti, è un concentrato di saggezza. Il rispetto, secondo Norberto Bobbio, va sotto braccio alla comprensione e alla discussione.


Si può anche discutere animatamente con chi la pensa in maniera diversa da noi, ma a patto di aver provato prima a capire le sue posizioni e di non voler condannare facilmente. In altre parole, il rispetto è alla base del vivere civile.

Ho imparato a rispettare le idee altrui, a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare.

4. Accettare le idee altrui
Rispetto, comprensione, discussione: il cammino proposto da Norberto Bobbio

Norberto Bobbio con Indro Montanelli nel 1990Oggi, soprattutto grazie (o per colpa?) dei social network, tutti abbiamo le idee chiare su tutto, tutti abbiamo un’opinione su quello che succede in qualunque parte del mondo. E così emettiamo i nostri giudizi, a volte anche brutali, nella certezza di essere nel vero.

Ma le cose stanno proprio così? Norberto Bobbio (1909-2004), considerato il massimo teorico del diritto e il massimo filosofo italiano della politica nella seconda metà del Novecento, ebbe a fare la dichiarazione che trovate qua più avanti.
Quella di Bobbio è una frase molto breve sul rispetto ma, come tutti gli aforismi ben riusciti, è un concentrato di saggezza. Il rispetto, secondo Norberto Bobbio, va sotto braccio alla comprensione e alla discussione.


Si può anche discutere animatamente con chi la pensa in maniera diversa da noi, ma a patto di aver provato prima a capire le sue posizioni e di non voler condannare facilmente. In altre parole, il rispetto è alla base del vivere civile.

Ho imparato a rispettare le idee altrui, a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare.


5. Il rispetto e la politica
L’impegno in prima persona è fondamentale

Hunter S. ThompsonLa frase di Norberto Bobbio è particolarmente significativa in contesti politici, dove spesso gli animi sono esacerbati e ci si arrocca sulle proprie posizioni, condannando gli avversarsi e sminuendoli in tutti i modi.

Senza cadere nel qualunquismo, è pur vero che una situazione di mancato rispetto nella politica è dovuta proprio al modo di agire di molti esponenti politici, almeno nel nostro paese. A tal proposito è particolarmente significativa una frase di Hunter Stockton Thompson (1937-2005), giornalista e scrittore statunitense, che disse quanto potete leggere qua più
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Re: SPIGOLANDO......

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ER COMPAGNO SCOMPAGNO
Trilussa


Un Gatto, che faceva er socialista
solo a lo scopo d'arivà in un posto,
se stava lavoranno un pollo arosto
ne la cucina d'un capitalista.

Quanno da un finestrino su per aria
s'affacciò un antro Gatto: - Amico mio,
pensa - je disse - che ce sò pur'io
ch'appartengo a la classe proletaria!

Io che conosco bene l'idee tue
sò certo che quer pollo che te magni,
se vengo giù, sarà diviso in due:
mezzo a te, mezzo a me... Semo compagni!

- No, no: - rispose er Gatto senza core
io nun divido gnente cò nessuno:
fo er socialista quanno sto a diggiuno,
ma quanno magno sò conservatore!
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Re: SPIGOLANDO......

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REGALAMI UN SORRISO

Regalami un sorriso
il più bello, il più vero
quando gli occhi brillano
e le pagliuzze dorate sono pioggia di stelle.
Regalami un sorriso
che sgorghi direttamente dal cuore
una cascata che ti abbraccia e penetra nelle ossa.
Regalami un sorriso
che sia un battito di mani festanti
un rompere gli schemi,
la naturalezza che danza.
Regalami un sorriso
che mostri i denti,
tasti di un pianoforte
che suona la gioia del momento.
Regalami un sorriso
lo metterò in cornice...
Mi basterà guardarlo e sarà colore, calore.
In un istante
sarà estate in pieno inverno.

Mary Florio
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Re: SPIGOLANDO......

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L'UOMO NASCE CATTIVO O BUONO?

L'interrogativo che interessò i più importanti pensatori della storia,continua,anche oggi,a generare sempre nuove teorie e riflessioni. Che cosa sono la bontà e la malvagità? Comunemente considerata come la disposizione naturale a fare bene, la bontà è sinonimo di virtù e dono, mentre la malvagità è vista come inclinazione perversa ed empia dell'agir male. Stando a ciò,l'uomo sarebbe identificabile in una delle due precedenti concezioni,che, apparentemente,sembrano essere generate dall'individuo stesso ma che,in realtà, derivano da un sistema tanto complesso quanto articolato,chiamato società. Nel corso del XVIII secolo si diffuse la dottirna del "Buon Selvaggio",secondo la quale "l'uomo,in origine,era un animale buono e pacifico,corrotto poi dalla società". Il filosofo illuminista Jean-Jacques Rousseau, era fortemente convinto della bontà primitiva dell'essere umano:"L'uomo nasce buono ma è la società che lo corrompe". Secondo Rousseau,l'uomo sociale viene deteriorato nella sua indole buona da uno Stato che lo priva della libertà e dei diritti naturali che spettano ad ogni individuo. Thomas Hobbes,filosofo inglese del '600,al contrario, concepiva l'uomo come un essere malvagio,frenato nel proprio egoismo e nella propria cattiveria dallo Stato e dalla società,che ne limitavano l'agire. "Homo homini lupus". L'uomo è lupo per l'altro uomo. La celebre frase,attribuita all'autore latino Plauto,esprime la malvagità umana nei confronti dei propri simili;fa intendere come l'essere umano,sopraffatto dal senso di competizione e di insicurezza,faccia emergere il lato animale che è in lui. Esempio lampante è la figura di Fra Cristoforo ne "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni, che descrive colui il quale, per orgoglio e presunzione,fece affiorare il proprio lato bestiale,uccidendo un uomo per pura rivalsa. Le sue azioni lo porteranno a vivere una vita di rinunce e pentimento,dandosi quindi un "limite". In veste di frate tenterà di espiare la propria colpa e sperare nella salvezza. Non credo di condividere tali pensieri,perchè considero l'essere umano come neutro:nè buono nè cattivo;come una proiezione della società che lo ha generato che ne rappresenta la realtà e l'identità. Se si guarda al passato,ci si rende conto di quanto l'ambiente sociale sia cambiato e,con questo, anche i princìpi e i valori ai quali gli antichi si ispiravano,a favore della propria realtà. Gli Atzechi,ad esempio,sacrificavano centinaia di uomini per rendere felici gli dei che veneravano. I sacrifici umani costituivano l'aspetto principale della loro religione,ed erano considerati giusti e benevoli. Oggi, sarebbero stati condannati come atti brutali e sacrileghi. L'uomo,perciò,non è per indole buono o malvagio, ma è frutto della società che gli dà origine, è il riflesso della realtà in cui vive. Tale tesi è avvalorata anche dagli studi condotti dallo zoologo ed etologo austriaco Konrad Lorenz, che sostenne vari esperimenti per comprendere al meglio la natura degli esseri viventi,compreso l'uomo. Attraverso l'osservazione diretta del mondo animale,Lorenz capì che un cucciolo di qualsiasi specie,tende a riconoscere come figura materna il primo essere vivente e non chi vede al momento della nascita. Nel processo di crescita egli tende ad imitarlo e a comportarsi nel suo stesso modo (imprinting). Ciò dimostra come il genere umano,in realtà,non nasca con un'indole definita e caratterizzante,ma diventi specchio e identità del mondo in cui vive. Una società corrotta,ingiusta e arrivista avrà come abitanti uomini malvagi; invece avrà abitanti buoni se incarnerà i valori e i principi di bontà e benevolenza.

ELENA
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Re: SPIGOLANDO......

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L'Omo finto
Trilussa

Dice che un giorno un Passero innocente
giranno intorno a un vecchio Spauracchio
lo prese per un Omo veramente;
e disse: - Finarmente
potrò conosce a fonno
er padrone der monno! -
Je beccò la capoccia, ma s'accorse
ch'era piena de stracci e de giornali.
Questi - pensò - saranno l'ideali,
le convinzioni, forse:
o li ricordi de le cose vecchie
che se ficca nell'occhi e ne l'orecchie.

Vedemo un po' che diavolo cià in core...
Uh! quanta paja! Apposta pija foco
per così poco, quanno fa l'amore!
E indove sta la fede?
e indove sta l'onore?
e questo è un omo? Nun ce posso crede...
Certe vorte, però, lo rappresento,
disse lo Spauracchio - e nun permetto
che un ucello me manchi de rispetto
cór criticamme quello che ciò drento.
Devi considerà che se domani
ognuno se mettesse a fa' un'inchiesta
su quello che cià in core e che cià in testa,
resteno più pupazzi che cristiani.
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Re: SPIGOLANDO......

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data indimenticabile

Adolf Eichmann fu uno dei principali responsabili della deportazione degli Ebrei di tutta Europa durante l’Olocausto. Nato in Germania, egli si era trasferito in Austria ancora ragazzo. Nel 1932, Eichmann aderì al Partito Nazista austriaco e alle SS, raggiungendo poi velocemente i gradi più alti in entrambe le organizzazioni naziste. Dopo l’annessione dell’Austria da parte della Germania, avvenuta nel marzo del 1938, Eichmann organizzò l’Ufficio Centrale per l’Emigrazione degli Ebrei, a Vienna, con il compito di “facilitare” l’emigrazione di 110.000 Ebrei austriaci, emigrazione che ebbe luogo tra l’agosto del 1938 e il giugno del 1939. L’ufficio viennese fu così efficiente nell’organizzazione dei trasferimenti forzati che venne usato come modello per la creazione dell’Ufficio Centrale del Reich, responsabile dell’Emigrazione di tutti gli Ebrei residenti all’interno del Reich. Dopo la creazione dell’Ufficio Centrale di Sicurezza del Reich, nel settembre del 1939, Eichmann venne trasferito alla Gestapo e divenne direttore del dipartimento incaricato delle deportazioni e di altre “questioni ebraiche”. In questa nuova posizione, Eichmann divenne una figura centrale nella deportazione di oltre un milione e mezzo di Ebrei europei verso i centri di sterminio della Polonia e della parte di Unione Sovietica occupata dai Tedeschi.

Nel gennaio 1942, Eichmann partecipò alla Conferenza di Wannsee durante la quale venne pianificata la totale eliminazione degli Ebrei europei. Eichmann e il suo staff organizzarono la deportazione di centinaia di migliaia di Ebrei dalla Slovacchia, l’Olanda, la Francia e il Belgio. Nel 1943 e nel 1944, essi pianificarono poi la deportazione degli Ebrei dalla Grecia, dal Nord Italia e dall’Ungheria; fu solo in quest’ultima, però, che Eichmann assunse un ruolo diretto nelle deportazioni. Dalla fine di aprile 1944 fino all’inizio di luglio dello stesso anno, Eichmann e i suoi collaboratori diressero la deportazione, nei centri di sterminio, di circa 440.000 Ebrei ungheresi.

Alla fine della guerra Eichmann venne preso in custodia dalle forze americane, ma nel 1946 riuscì a fuggire. Grazie all’aiuto di alcuni funzionari della Chiesa Cattolica, Eichmann riuscì a rifugiarsi in Argentina, dove visse sotto il nome di Ricardo Klement. Nel 1960, agenti del Servizio di Sicurezza Israeliano rapirono Eichmann e lo portarono in Israele affinché venisse processato; le udienze successive, di fronte al tribunale di Gerusalemme, risvegliarono l’interesse internazionale per l’Olocausto. Il 15 dicembre 1961, Eichmann fu riconosciuto colpevole di crimini contro il popolo ebraico e fu poi impiccato a mezzanotte del 31 maggio 1962, unico caso, nella storia di Israele, in cui sia stata applicata la pena capitale. Le sue ceneri vennero poi disperse in mare.
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Re: SPIGOLANDO......

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I L SOGNO E LA REALTA'

Un giorno, il sogno e la realtà si incontrarono per strada.
Si guardarono a lungo e poi esclamarono insieme: “Non ci assomigliamo per niente, com’è allora che l’uomo ci confonde così facilmente?”.
Due che facevano lo stesso cammino si intromisero nel discorso: “la colpa, o il merito, è nostro!”.
“Chi siete?” domandarono il sogno e la realtà.
“Siamo il dolore e il piacere. Avete mai visto un uomo che concepisca un sogno fatto di dolore, oppure uno che miri a una realtà priva di qualche piacere?”.
“Mai” assentirono il sogno e la realtà.
“Ed io“, intervenne a questo punto una voce squillante, “non sono forse la molla che sostiene ogni sogno?”.
Tutti si chiesero chi parlasse così… “sono la speranza” rispose la voce.
A questo punto si udì un’altra voce, robusta e pastosa:
“Ma senza di me, che sono il coraggio, mai nessun uomo riuscirebbe a trasformare un sogno… in realtà“.
“A meno che non intervenga io“, interloquì un’altra voce ancora, “trasformando il sogno e modificando la realtà“ il sogno, la realtà, il dolore, il piacere, la speranza e il coraggio riconobbero subito quella parlata in falsetto: era l’illusione.
“Che stolti“ mormorò fra sé qualcuno che non volle intervenire alla diatriba “non sanno che, per merito mio, il sogno è la realtà e la realtà è il sogno“.
Non pronunciò ad alta voce queste parole perché, pur essendo la verità, nessuno le avrebbe creduto…
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grazia ha scritto: 28 gen 2021, 8:53 I L SOGNO E LA REALTA'

Un giorno, il sogno e la realtà si incontrarono per strada.
Si guardarono a lungo e poi esclamarono insieme: “Non ci assomigliamo per niente, com’è allora che l’uomo ci confonde così facilmente?”.
Due che facevano lo stesso cammino si intromisero nel discorso: “la colpa, o il merito, è nostro!”.
“Chi siete?” domandarono il sogno e la realtà.
“Siamo il dolore e il piacere. Avete mai visto un uomo che concepisca un sogno fatto di dolore, oppure uno che miri a una realtà priva di qualche piacere?”.
“Mai” assentirono il sogno e la realtà.
“Ed io“, intervenne a questo punto una voce squillante, “non sono forse la molla che sostiene ogni sogno?”.
Tutti si chiesero chi parlasse così… “sono la speranza” rispose la voce.
A questo punto si udì un’altra voce, robusta e pastosa:
“Ma senza di me, che sono il coraggio, mai nessun uomo riuscirebbe a trasformare un sogno… in realtà“.
“A meno che non intervenga io“, interloquì un’altra voce ancora, “trasformando il sogno e modificando la realtà“ il sogno, la realtà, il dolore, il piacere, la speranza e il coraggio riconobbero subito quella parlata in falsetto: era l’illusione.
“Che stolti“ mormorò fra sé qualcuno che non volle intervenire alla diatriba “non sanno che, per merito mio, il sogno è la realtà e la realtà è il sogno“.
Non pronunciò ad alta voce queste parole perché, pur essendo la verità, nessuno le avrebbe creduto…
Come sarebbe a dire, Grazia, che NESSUNO avrebbe creduto alla VERITA'????
Specie nella nostra cultura dove ci hanno detto che Gesù è la Via, la VERITA' e la Vita????
E gli stessi Cristiani, Papa e Sayon compresi, son lì che si cagano addosso dalla paura di morire, quando Gesù la VERITA', ha preferito morire in croce a 33 anni, piuttosto che inginocchiarSi alla verità di SATANA, e rimanere in questa vita una frazione di secondo in più.?
Il bello è che sti caxxo di cristianoni della sottomutua, quando poi son costretti con le buone e con le cattive, a dover rendere la VITA a colui che ce l' ha data, hanno l' IPOCRISIA di scrivere:
E' tornato tra le braccia del PADRE! WWE.gif
Io fossi quel Padre, sarei TENTATO di rinnegarLi. :mrgreen:
Per fortuna che, per quanto ho avuto modo di conoscerlo, è abbastanza buono e sono convinto che quei cristianoni come il paponzolo e come il nostro Sayon, rientreranno in gioco , nei gironi di recupero.
Pensa che per quanto ho intuito in un film che ho visto qualche notte fa, probabilmente andranno a giocare nello stesso girone di recupero di Hitler e di Stalin. Mussolini invece, se non ho visto male, è entrato direttamente nei gironi di eccellenza.
La vita è come un ponte, puoi attraversarla ma non costruirci una casa sopra.
(Proverbio dei Sioux)
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