SPIGOLANDO......

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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

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Il consulente.....questo sconosciuto

Un pastore sta pascolando il suo gregge di pecore, in un pascolo lontano e isolato quando all'improvviso vede avvicinarsi una BMW nuova fiammante che avanza in una nuvola di polvere. Il guidatore, in un elegante abito di Versace, scarpe Gucci, occhiali Ray Ban e cravatta Yves Saint Laurent rallenta, si sporge dal finestrino dell'auto e dice al pastore:
"Se ti dico esattamente quante pecore hai nel tuo gregge, me ne regali una?"
Il pastore guarda l'uomo, evidentemente uno yuppie, poi si volta verso il suo gregge e risponde con calma:
"Certo, perché no?"
A questo punto lo yuppie posteggia l'auto, tira fuori il suo computer portatile Dell e lo collega al suo cellulare. Entra in Internet, naviga in una pagina della NASA, seleziona un sistema satellitare GPS per avere un'esatta posizione di dove si trova e invia questi dati a un altro satellite NASA che scansiona l'area e ne fa una foto in risoluzione ultradefinita. Apre quindi un programma di foto digitale della Adobe ed esporta l'immagine a un laboratorio di Amburgo in Germania che dopo pochi secondi gli spedisce un e-mail sul suo Iphone confermando che l'immagine e stata elaborata e i dati sono stati completamente memorizzati. Tramite una connessione ODBC accede a un database MS-SQL e su un foglio di lavoro Excel con centinaia di formule complesse carica tutti i dati tramite e-mail. Dopo pochi minuti elabora la risposta e alla fine stampa una relazione completa di 150 pagine, a colori, sulla sua nuovissima stampante HP LaserJet portatile iper-tecnologica e miniaturizzata, e rivolgendosi al pastore esclama:
"Tu possiedi ESATTAMENTE 1586 pecore".
"Giusto!! Beh... a questo punto immagino che tu possa prenderti la tua pecora" dice il pastore e guarda l'uomo scegliere un animale, che si appresta poi a mettere nel baule dell'auto. Prima che l'uomo riparta il pastore aggiunge:
"Ehi, se indovino che mestiere fai, mi restituisci la 'pecora'?".
Lo yuppie ci pensa su un attimo e dice: "Okay, mi pare giusto, perché no?"
"Tu sei un consulente" dice il pastore.
"Caspita, e vero - dice l'uomo - ma come hai fatto a indovinare?"
"Beh non c'è molto da indovinare, mi pare piuttosto evidente - dice il pastore - sei comparso senza che nessuno ti cercasse, vuoi essere pagato per una risposta che io gia conosco, a una domanda che nessuno ti ha fatto e - soprattutto - non capisci un cavolo del mio lavoro...
Ora restituiscimi il mio cane!!!"
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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

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""Un giorno, un uomo non vedente stava seduto sui gradini di un edificio con un cappello ai suoi piedi ed un cartello recante la scritta: “Sono cieco, aiutatemi per favore”.
Un pubblicitario che passeggiava lì vicino si fermò e notò che aveva solo pochi centesimi nel suo cappello.
Si chinò e versò altre monete, poi, senza chiedere il permesso dell'uomo, prese il cartello, lo girò e scrisse un'altra frase.
Quello stesso pomeriggio il pubblicitario tornò dal non vedente e notò che il suo cappello era pieno di monete e banconote.
Il non vedente riconobbe il passo dell'uomo: chiese se non fosse stato lui ad aver riscritto il suo cartello e cosa avesse scritto.
Il pubblicitario rispose “Niente che non fosse vero, ho solo riscritto il tuo in maniera diversa”, sorrise e andò via.

Il non vedente non seppe mai che ora sul suo cartello c'era scritto:
“Oggi è primavera… ed io non la posso vedere”.
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Re: SPIGOLANDO......

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Ti sei stancata....

Ti sei stancata di portare il mio peso
ti sei stancata delle mie mani
dei miei occhi della mia ombra
dei miei tradimenti
le mie parole erano incendi
le mie parole erano pozzi profondi
le mie parole erano stanchezza, noia serale,
un giorno improvvisamente
sentirai dentro di te
il peso dei miei passi
che si allontanano esitando
quel peso sarà quello più grave.

Nazim Hikmet
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Re: SPIGOLANDO......

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frammenti...

""Consideriamo inoltre una gran cosa l'indipendenza dai bisogni, non perché ci si debba accontentare del poco, ma per godere anche di questo poco se ci capita di non avere molto, convinti come siamo che l'abbondanza si gode con più dolcezza se meno da essa dipendiamo. In fondo ciò che veramente serve non è difficile da trovare ; l'inutile è invece difficile. I sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l'acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca""

Epicuro
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

Poeti e Sognatori

Guardiamoci intorno e parliamoci chiaro, dice Brecht con questi versi: la natura dell'uomo è abietta e per migliorare un po' la sola cosa che serve, è il pane.

L'Opera da tre soldi, da cui è tratto questo brano, è una condanna senza appello alla borghesia. Nello sviluppo del racconto, i personaggi che inizialmente appaiono onesti e rispettabili, vengono trasformati dalla corruzione e dal denaro in criminali e sfruttatori. Può esserci un riscatto, una forma di salvezza? "La pappatoria viene prima, la morale dopo!" proclama uno dei protagonisti... il benessere offusca le menti, la pancia piena non fa esasperare gli animi.


Di che vive l'uomo? La risposta di Brecht


Voi che alla retta via ci esortate
e ad evitare il fango del peccato
prima di tutto fateci mangiare
e poi parlate pure a perdifiato.
Voi che alla vostra ciccia tenete e al nostro onore,
date ascolto, sappiatelo, è così:
solo saziato l'uomo può farsi migliore!
Pochi discorsi, il punto è tutto qui.
Della gran forma di pane, una fetta
anche ai reietti e ai poverelli spetta.
Ahimè, di cosa vive l'uomo? Solo assaltando
gli uomini, torturando, depredando, sbranando.
Nel mondo l'uomo è vivo solo ad un patto:
se può scordar che a guisa d'uomo è fatto.
Signori, fate a meno d'imposture:
l'uomo vive di infamie e di brutture!

Voi che dite alle donne quando possono
alzare le gonne e stralunare gli occhi,
prima di tutto fateci mangiare,
poi se volete, potrete parlare.
Voi che godete a spese del nostro disonore,
date ascolto, sappiatelo, è così:
solo saziato l'uomo può farsi migliore.
Pochi discorsi, il punto è tutto qui.
Della gran forma di pane, una fetta
anche ai reietti e ai poverelli spetta.
Ahimè, di cosa vive l'uomo? Solo assaltando
gli uomini, torturando, depredando, sbranando.
Nel mondo l'uomo è vivo solo ad un patto:
se si può scordar che a guisa d'uomo è fatto.
Signori fate a meno d'imposture:
l'uomo vive d'infamie e di brutture!
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

Tratto dai Pensieri Notturni del Gufo.

Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice.
Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9,00.
Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo.
Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita.
Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita.
Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta.
L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie.
Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall'Alzheimer.
Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi.
Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni.
Ne fui sorpreso, e gli chiesi:
"E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi è lei?"
L'uomo sorrise e mi battè la mano sulla spalla dicendo:
"Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi è lei..."
Dovetti trattenere le lacrime... Avevo la pelle d'oca e pensai:
"Questo è il genere di amore che voglio nella mia vita".

Il vero amore non è né fisico né romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà...
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da giaguaro »

grazia ha scritto: 3 giu 2020, 17:06 Tratto dai Pensieri Notturni del Gufo.

Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice.
Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9,00.
Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo.
Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita.
Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita.
Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta.
L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie.
Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall'Alzheimer.
Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi.
Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni.
Ne fui sorpreso, e gli chiesi:
"E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi è lei?"
L'uomo sorrise e mi battè la mano sulla spalla dicendo:
"Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi è lei..."
Dovetti trattenere le lacrime... Avevo la pelle d'oca e pensai:
"Questo è il genere di amore che voglio nella mia vita".

Il vero amore non è né fisico né romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà...
Smiling

Non credo che quanto sopra l'abbia scritto un gufo.
Probabilmente si tratta del ragionamento di una persona che teme di essre poco apprezzata e cerca di non esporsi troppo, nascondendosi dietro qualche trincea ...... magari di un gufo, come in questo caso.
Complimenti!

Bye
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da giaguaro »

grazia ha scritto: 3 giu 2020, 17:06 Tratto dai Pensieri Notturni del Gufo.

Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice.
Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9,00.
Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo.
Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita.
Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita.
Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta.
L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie.
Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall'Alzheimer.
Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi.
Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni.
Ne fui sorpreso, e gli chiesi:
"E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi è lei?"
L'uomo sorrise e mi battè la mano sulla spalla dicendo:
"Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi è lei..."
Dovetti trattenere le lacrime... Avevo la pelle d'oca e pensai:
"Questo è il genere di amore che voglio nella mia vita".

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Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà...
Smiling

Non credo che quanto sopra l'abbia scritto un gufo.
Probabilmente si tratta del ragionamento di una persona che teme di essre poco apprezzata e cerca di non esporsi troppo, nascondendosi dietro qualche trincea ...... magari di un gufo, come in questo caso.
Complimenti!

Bye
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

IL BRUCO E IL GELSO

C'era una volta un gelso centenario, pieno di rughe, e di saggezza,
che ospitava una colonia, di piccoli bruchi... Erano bruchi onesti, laboriosi, di poche pretese!
Mangiavano, dormivano e, salvo qualche capatina al "bar", del penultimo ramo a destra, non facevano chiasso...
La vita scorreva monotona, ma serena, e tranquilla!
Faceva eccezione il periodo delle elezioni, durante il quale i bruchi si scaldavano un po',
per le insanabili divergenze, tra la destra, la sinistra, e il centro...
I bruchi, di destra, sostengono, che si comincia a mangiare la foglia, da destra:
i bruchi, di sinistra, sostengono il contrario; quelli, di centro, cominciano a mangiare, dove capita!
Alle foglie, naturalmente, nessuno chiedeva mai un parere...
Tutti trovavano naturale, che fossero fatte, per essere rosicchiate!
Il buon vecchio gelso nutriva tutti, e passava il tempo sonnecchiando,
cullato dal rumore delle instancabili mandibole, dei suoi ospiti...
Bruco Giovanni era, tra tutti, il più curioso: quello che, con maggiore frequenza,
si fermava a parlare, con il vecchio, e saggio, gelso!
"Sei veramente fortunato, vecchio mio!", diceva, Giovanni, al gelso...
"Te ne stai tranquillo, in ogni caso... Sai che, dopo l'estate, verrà l'autunno, poi l'inverno, poi tutto ricomincerà!
Per noi, la vita è così breve... Un lampo, un rapido schioccare di mandibole, e tutto è finito!".
Il gelso rideva, e rideva, tossicchiando un po':
"Giovanni, Giovanni, ti ho spiegato, mille volte, che non finirà così!
Diventerai una creatura stupenda, invidiata da tutti, ammirata...".
Giovanni agitava il testone, e brontolava:
"Non la smetti mai, di prendermi in giro! Lo so bene, che noi bruchi siamo detestati, da tutti... Facciamo ribrezzo!
Nessun poeta ci ha, mai, dedicato una poesia... Tutto quello, che dobbiamo fare, è mangiare, e ingrassare! E basta!".
"Ma, Giovanni...", chiese, una volta, il gelso, "Tu non sogni, mai?". Il bruco arrossì...
"Qualche volta!", rispose, timidamente... "E che cosa, sogni?". "Gli Angeli!", disse.
"Creature, che volano, in un mondo stupendo!". "E, nel sogno, sei uno di quelli?". "... Sì!",
mormorò, con un fil di voce, il bruco Giovanni, arrossendo di nuovo... Ancora una volta, il gelso scoppiò a ridere!
"Giovanni, voi bruchi siete le uniche creature, i cui sogni si avverano, e non ci credete!".
Qualche volta, il bruco Giovanni ne parlava, con gli amici...
"Chi ti mette, queste idee, in testa?", brontolava Pierbruco.
"Il tempo vola, non c'è niente dopo! Niente, di niente... Si vive, una volta sola: mangia, bevi, e divertiti, più che puoi!".
"Ma il gelso dice, che ci trasformeremo in bellissimi esseri alati...".
"Stupidaggini... Inventano di tutto, per farci stare buoni!", rispondeva l'amico.
Giovanni scrollava la testa, e ricominciava a mangiare... "Presto, tutto finirà... Scrunch... Non c'è niente, dopo...
Scrunch... Certo, io mangio... Scrunch... Bevo, e mi diverto, più che posso... Scrunch... Ma... Scrunch...
Non sono felice... Scrunch... I sogni resteranno, sempre, sogni! Non diventeranno, mai, realtà... Sono solo illusioni!",
bofonchiava, lavorando di mandibole...
Ben presto, i tiepidi raggi del sole autunnale cominciarono, ad illuminare, tanti piccoli bozzoli bianchi, tondeggianti,
sparsi, qua e là, sulle foglie, del vecchio gelso!
Un mattino, anche Giovanni, spostandosi, con estrema lentezza, come in preda ad un invincibile torpore,
si rivolse al gelso... "Sono venuto, a salutarti! È la fine... Guarda, sono l'ultimo! Ci sono solo tombe, in giro...
E, ora, devo costruirmi la mia!". "Finalmente! Potrò far ricrescere un po' di foglie...
Ho già incominciato, a godermi il silenzio! Mi avete, praticamente, spogliato... Arrivederci, Giovanni!", sorrise il gelso!
"Ti sbagli, gelso! Questo... Sigh... È... È un addio, amico!", disse il bruco, con il cuore gonfio di tristezza...
"Un vero addio! I sogni non si avverano, mai: resteranno, sempre, e solo, sogni... Sigh!".
Lentamente, Giovanni cominciò a farsi un bozzolo... "Oh!", ribatté il gelso, "Vedrai...".
E cominciò a cullare i bianchi bozzoli, appesi ai suoi rami!
A primavera, una bellissima farfalla, dalle ali rosse, e gialle, volava, leggera, intorno al gelso...
"Ehi, gelso, cosa fai di bello? Non sei felice, per questo sole, di primavera?".
"Ciao, Giovanni! Hai visto, che avevo ragione io?", sorrise il vecchio albero...
"O ti sei già dimenticato, di come eri, poco tempo fa?".
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Re: SPIGOLANDO......

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SORRIDI

Quando un nodo ti stringe la gola
ed inghiottire fa male,
quando gli occhiali non fanno più
il loro dovere perchè hai davanti a te
solo una nebbia umida e gocciolosa,
quando cerchi disperatamente
il solito fazzolettino di carta
che non trovi mai a portata di mano,
allora e solo allora capisci
che è il momento di sorridere.....

G.
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Re: SPIGOLANDO......

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ntonio Tabucchi

GLI ULTIMI TRE GIORNI DI FERNANDO PESSOA

“Pessoa appoggiò una guancia sul cuscino e fece un sorriso stanco. Caro António Mora, disse, Proserpina mi vuole nel suo regno, è ora di partire, è ora di lasciare questo teatro d’immagini che chiamiamo la nostra vita, sapesse le cose che ho visto con gli occhiali dell’anima, ho visto i contrafforti di Orione, lassù nello spazio infinito, ho camminato con questi piedi terrestri sulla Croce del Sud, ho attraversato notti infinite come una cometa lucente, gli spazi interstellari dell’immaginazione, la voluttà e la paura, e sono stato uomo, donna, vecchio, bambina, sono stato la folla dei grandi boulevards delle capitali dell’Occidente, sono stato il placido Buddha dell’Oriente del quale invidiamo la calma e la saggezza, sono stato me stesso e gli altri, tutti gli altri che potevo essere, ho conosciuto onori e disonori, entusiasmi e sfinimenti, ho attraversato fiumi e impervie montagne, ho guardato placide greggi e ho ricevuto sul capo il sole e la pioggia, sono stato femmina in calore, sono stato il gatto che gioca per strada, sono stato sole e luna, e tutto perché la vita non basta. Ma ora basta, mio caro António Mora, vivere la mia vita è stato vivere mille vite, sono stanco, la mia candela si è consumata, la prego, mi dia i miei occhiali.”
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Re: SPIGOLANDO......

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LA LEZIONE DELLA FARFALLA


Un giorno, apparve un piccolo buco in un bozzolo; un uomo che passava per caso, si mise a
guardare la farfalla che per varie ore, si sforzava per uscire da quel piccolo buco.
Dopo molto tempo, sembrava che essa si fosse arresa ed il buco fosse sempre della stessa
dimensione. Sembrava che la farfalla ormai avesse fatto tutto quello che poteva, e che non
avesse più la possibilità di fare niente altro. Allora l’uomo decise di aiutare la farfalla: prese un temperino ed aprì il bozzolo.La farfalla uscì immediatamente. Però il suo corpo era piccolo e rattrappito e le sue ali erano poco sviluppate e si muovevano a stento. L’uomo continuò ad osservare perché sperava che, da un momento all’altro, le ali della farfalla si aprissero e fossero capaci di sostenere il corpo, e che essa cominciasse a volare. Non successe nulla! In quanto, la farfalla passò il resto della sua esistenza trascinandosi per terra con un corpo rattrappito e con le ali poco sviluppate.Non fu mai capace di volare. Ciò che quell’uomo, con il suo gesto di gentilezza e con l’intenzione di aiutare non capiva, era che passare per lo stretto buco del bozzolo era lo sforzo necessario affinché la farfalla potesse trasmettere il fluido del suo corpo alle sue ali, così che essa potesse volare.
Era la forma con cui Dio la faceva crescere e sviluppare.
A volte, lo sforzo é esattamente ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra vita.
Se Dio ci permettesse di vivere la nostra esistenza senza incontrare nessun ostacolo, saremmo limitati. Non potremmo essere così forti come siamo. Non potremmo mai volare.
Chiesi la forza…e Dio mi ha dato le difficoltà per farmi forte. Chiesi la sapienza… e Dio mi ha dato problemi da risolvere. Chiesi la prosperità… e Dio mi ha dato cervello e muscoli per lavorare. Chiesi di poter volare… e Dio mi ha dato ostacoli da superare.
Chiesi l’amore… e Dio mi ha dato persone con problemi da poter aiutare. Chiesi favori… e Dio mi ha dato opportunità.
Non ho ricevuto niente di quello che chiesi…
Però ho ricevuto tutto quello di cui avevo bisogno.
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Re: SPIGOLANDO......

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FRAMMENTI

""In una fredda giornata d'inverno una comunità di porcospini si stringevano vicinissimi, per difendersi dal freddo con il reciproco calore. Ma ben presto si sentirono pungere dalle spine degli altri, e questo li fece di nuovo allontanare. Quando poi il bisogno di scaldarsi li indusse ancora a riavvicinarsi, si ripeté l'altro inconveniente; vennero così sballottati più volte fra i due mali, finché scoprirono una distanza intermedia a cui si trovavano bene. Analogamente, il bisogno di compagnia, che nasce dal vuoto e dalla monotonia del proprio intimo, avvicina gli uomini tra loro; ma le loro numerose qualità sgradevoli e i difetti insopportabili li separano nuovamente. La distanza intermedia a cui è possibile stare assieme, che infine trovano, è la cortesia, la finezza di costumi. In virtù di esse il bisogno di riscaldarsi a vicenda viene soddisfatto in modo incompleto, è vero, però in compenso non si sente la puntura delle spine. Ma chi possiede calore interiore in abbondanza preferisce starsene lontano dalla società, per non dare né ricevere disturbo.""

Schopenhauer
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Re: SPIGOLANDO......

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«
L’ITALIA È MALATA, DI MENTE.»

DI ANDREA PURGATORI




Intervista con Vittorino Andreoli


«L’Italia è un paziente malato di mente. Malato grave. Dal punto di vista psichiatrico, direi che è da ricovero. Però non ci sono più i manicomi”. Il professor Vittorino Andreoli, uno dei massimi esponenti della psichiatria contemporanea, ex direttore del Dipartimento di psichiatria di Verona, membro della New York Academy of Sciences e presidente del Section Committee on Psychopathology of Expression della World Psychiatric Association ha messo idealmente sul lettino questo Paese che si dibatte tra crisi economica e caos politico e si è fatto un’idea precisa del malessere del suo popolo. Un’idea drammatica. Con una premessa: “Che io vedo gli italiani da italiano, in questo momento particolare. Quindi, sia chiaro che questa è una visione degli altri e nello stesso tempo di me. Come in uno specchio».

Quali sono i sintomi della malattia mentale dell’Italia, professor Andreoli?
“Ne ho individuati quattro. Il primo lo definirei “masochismo nascosto”. Il piacere di trattarsi male e quasi goderne. Però, dietro la maschera dell’esibizionismo”.

Mi faccia capire questa storia della maschera.
“Beh, basta ascoltare gli italiani e i racconti meravigliosi delle loro vacanze, della loro famiglia. Ho fatto questo, ho fatto quello. Sono stato in quel ristorante, il più caro naturalmente. Mio figlio è straordinario, quello piccolo poi…”.

Esibizionisti.
“Ma certo, è questa la maschera che nasconde il masochismo. E poi tenga presente che generalmente l’esibizionismo è un disturbo della sessualità. Mostrare il proprio organo, ma non perché sia potente. Per compensare l’impotenza”.

Viene da pensare a certi politici. Anzi, a un politico in particolare.
“Pensi pure quello che vuole. Io faccio lo psichiatra e le parlo di questo sintomo degli italiani, di noi italiani. Del masochismo mascherato dall’esibizionismo. Tipo: non ho una lira ma mostro il portafoglio, anche se dentro non c’è niente. Oppure: sono vecchio, però metto un paio di jeans per sembrare più giovane e una conchiglia nel punto dove lei sa, così sembra che lì ci sia qualcosa e invece non c’è niente”.

Secondo sintomo.
“L’individualismo spietato. E badi che ci tengo a questo aggettivo. Perché un certo individualismo è normale, uno deve avere la sua identità a cui si attacca la stima. Ma quando diventa spietato…”.

Cattivo.
“Sì, ma spietato è ancora di più. Immagini dieci persone su una scialuppa, col mare agitato e il rischio di andare sotto. Ecco, invece di dire “cosa possiamo fare insieme noi dieci per salvarci?”, scatta l’io. Io faccio così, io posso nuotare, io me la cavo in questo modo… individualismo spietato, che al massimo si estende a un piccolissimo clan. Magari alla ragazza che sta insieme a te sulla scialuppa. All’amante più che alla moglie, forse a un amico. Quindi, quando parliamo di gruppo, in realtà parliamo di individualismo allargato”.

Terzo sintomo della malattia mentale degli italiani?
“La recita”.

La recita?
“Aaaahhh, proprio così… noi non esistiamo se non parliamo. Noi esistiamo per quello che diciamo, non per quello che abbiamo fatto. Ecco la patologia della recita: l’italiano indossa la maschera e non sa più qual è il suo volto. Guarda uno spettacolo a teatro o un film, ma non gli basta. No, sta bene solo se recita, se diventa lui l’attore. Guarda il film e parla. Ah, che meraviglia: sto parlando, tutti mi dovete ascoltare. Ma li ha visti gli inglesi?”.

Che fanno gli inglesi?
“Non parlano mai. Invece noi parliamo anche quando ascoltiamo la musica, quando leggiamo il giornale. Mi permetta di ricordare uno che aveva capito benissimo gli italiani, che era Luigi Pirandello. Aveva capito la follia perché aveva una moglie malata di mente. Uno nessuno e centomila è una delle più grandi opere mai scritte ed è perfetta per comprendere la nostra malattia mentale”.

Torniamo ai sintomi, professore.
“No, no. Rimaniamo alla maschera. Pensi a quelli che vanno in vacanza. Dicono che sono stati fuori quindici giorni e invece è una settimana. Oppure raccontano che hanno una terrazza stupenda e invece vivono in un monolocale con un’unica finestra e un vaso di fiori secchi sul davanzale. Non è magnifico? E a forza di raccontarlo, quando vanno a casa si convincono di avere sul serio una terrazza piena di piante. E poi c’è il quarto sintomo, importantissimo. Riguarda la fede…”.

Con la fede non si scherza.
“Mica quella in dio, lasciamo perdere. Io parlo del credere. Pensare che domani, alle otto del mattino ci sarà il miracolo. Poi se li fa dio, San Gennaro o chiunque altro poco importa. Insomma, per capirci, noi viviamo in un disastro, in una cloaca ma crediamo che domattina alle otto ci sarà il miracolo che ci cambia la vita. Aspettiamo Godot, che non c’è. Ma vai a spiegarlo agli italiani. Che c vuoi, ti rispondono. Domattina alle otto arriva Godot. Quindi, non vale la pena di fare niente. E’ una fede incredibile, anche se detta così sembra un paradosso. Chi se ne importa se ci governa uno o l’altro, se viene il padre eterno o Berlusconi, chi se ne importa dei conti e della Corte dei conti, tanto domattina alle otto c’è il miracolo”.

Masochismo nascosto, individualismo spietato, recita, fede nel miracolo. Siamo messi malissimo, professor Andreoli.
“Proprio così. Nessuno psichiatra può salvare questo paziente che è l’Italia. Non posso nemmeno toglierti questi sintomi, perché senza ti sentiresti morto. Se ti togliessi la maschera ti vergogneresti, perché abbiamo perso la faccia dappertutto. Se ti togliessi la fede, ti vedresti meschino. Insomma, se trattassimo questo paziente secondo la ragione, secondo la psichiatria, lo metteremmo in una condizione che lo aggraverebbe. In conclusione, senza questi sintomi il popolo italiano non potrebbe che andare verso un suicidio di massa”.

E allora?
“Allora ci vorrebbe il manicomio. Ma siccome siamo tanti, l’unica considerazione è che il manicomio è l’Italia. E l’unico sano, che potrebbe essere lo psichiatra, visto da tutti questi malati è considerato matto”.

Scherza o dice sul serio?
“Ho cercato di usare un tono realistico facendo dell’ironia, un tono italiano. Però adesso le dico che ogni criterio di buona economia o di buona politica su di noi non funziona, perché in questo momento la nostra malattia è vista come una salvezza. E’ come se dicessi a un credente che dio non esiste e che invece di pregare dovrebbe andare in piazza a fare la rivoluzione. Oppure, da psichiatra, dovrei dire a tutti quelli che stanno facendo le vacanze, ma in realtà non le fanno perché non hanno una lira, tornate a casa e andate in piazza, andate a votare, togliete il potere a quello che dice che bisogna abbattere la magistratura perché non fa quello che vuole lui. Ma non lo farebbero, perché si mettono la maschera e dicono che gli va tutto benissimo”.

Guardi, professore, che non sono tutti malati. Ci sono anche molti sani in circolazione. Secondo lei che fanno?
“Piangono, si lamentano. Ma non sono sani, sono malati anche loro. Sono vicini a una depressione che noi psichiatri chiamiamo anaclitica. Penso agli uomini di cultura, quelli veri. Che ormai leggono solo Ungaretti e magari quel verso stupendo che andrebbe benissimo per il paziente Italia che abbiamo visitato adesso e dice più o meno: l’uomo… attaccato nel vuoto al suo filo di ragno”.

E lei, perché non se ne va?
“Perché faccio lo psichiatra, e vedo persone molto più disperate di me”.

Grazie della seduta, professore.
“Prego”.
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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

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Di questi tempi "Repetita iuvant!"


Tratto da "Lettere da una prof"

“È ora di insegnare la buona educazione”.


La “buona educazione”. Sa di antichissimo. Di buone cose di pessimo gusto. Sa anche di obsoleto, di antiquato, di vecchio. Soprattutto, di sorpassato e di inutile. Una cosa da retrogradi che puzzano di naftalina. Fa venire in mente la falsità. La nebbia e i cipressi. Ville antiche piene di ragnatele, e di velluti impolverati. Fa venire in mente i fiori finti e gli animali impagliati dei crepuscolari.

Invece la maleducazione è moderna, allegra, spontanea, spigliata. La cafonaggine è sincera. Sa di “bando alle vane ciance!”. Un bel rutto liberatore e via, senza tanti problemi. La maleducazione è scherzosa ed è tranquillissima. Si manda tranquillamente e scherzosamente a quel paese senza pensarci due volte. Ma perché tanti giri di parole? Perché tergiversare con dei “Sono rimasta male per quello che hai detto, e non credevo che avresti potuto comportarti in quel modo”, quando si può risolvere tutto brillantemente con un sintetico “Vaf*******, st.r
La vita è breve e bisogna godersela. Il tempo è denaro e non si può sprecare. L’educazione è una perdita di tempo pazzesca. Se sei educato ti tocca pensare agli altri, buttare l’immondizia nel cassonetto e non dove ti trovi in quel momento. Ti tocca aspettare gli altri, prima di mangiare anche se hai fame. Se hai voglia di una grattatina non puoi dartela lì, ma devi andare a dartela dove non c'è nessuno. Una bella perdita di tempo. Se devi andare a prendere le sigarette non puoi neanche parcheggiare davanti al passo carraio che è proprio esattamente lì davanti, e ti tocca cercare un parcheggio chissà dove, e magari pagarlo, anche.

Una perdita di tempo e di energie. Una seccatura. Una cosa da vecchi che non hanno nulla da fare.

Hai pagato il biglietto sull’autobus e dovresti alzarti tu per far sedere la vecchia? Ma scusa…Non costano tutti uguali i biglietti?

Sei bello seduto qui sul treno e devi alzarti per aiutare la signora a mettere la valigia su? È un problema tuo?

“Scusa”, “Per favore”, “Buongiorno” e “Buonasera”. Ma quante scemate inutili!

Se hai voglia di sbadigliare perché non dovresti farlo? Non è una cosa naturale? Perché se una è grassa non puoi chiamarla “cicciona”? Non è la verità?

Quando rientri a casa di notte dovresti poter fare le cose comodamente, invece devi fare silenzio perché gli altri potrebbero svegliarsi…Ma ne hai colpa tu se vanno a letto con le galline? E poi sei in casa tua ed è giusto che tu faccia quello che vuoi.



Ieri ho incontrato sull’autobus un mio alunno. Non lo avevo visto. Mi ha chiamato lui.

“Ciao, prof!”, mi ha detto sorridendo. Io ero in piedi e lui era seduto.

“Ciao. Dove vai?”

“Vado a giocare a calcio”.

“Bene. Non tornare a casa tanto tardi, perché è buio”.

“No, torno alle nove”. Altro sorriso.

“Ciao!”

“Ciao!”.

Mi ha detto “Ciao”. In classe mi dice "buongiorno". A tredici anni non sa dare del “lei”. Non gli hanno insegnato a dare del “lei”, e appena fuori dalla scuola se ne dimentica.

Non mi ha fatto sedere. ma non è stato per menefreghismo. È che nessuno gli ha detto che è gentile cedere il posto. Altrimenti mi avrebbe fatto sedere. Ne sono sicura.



La buona educazione è morta.

Ebbene: deve resuscitare.

Ci sarebbe meno disagio, meno rumore, più rispetto.

Ma non si può pretendere che i ragazzi* conoscano le regole della buona educazione, quella basata sul RISPETTO
reciproco, se nessuno ha pensato di insegnargliela. L’educazione non è innata. Si impara. È innata la rozzezza.

La gentilezza si IMPARA. Quindi si può INSEGNARE.


mia annotazione:
anche ragazzi un po' cresciuti avrebbero bisogno di una ripassatina.....
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