SPIGOLANDO......

Tutto quello che non riguarda la politica.
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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

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ricordo, rimpianto o nostalgia.......
Il ricordo di un treno: un bellissimo racconto d’amore del maestro Evro Carosi

11 novembre, 2014


Il treno di Giulio, era anche il suo treno. Quando lui saliva, lei era già seduta nel solito scompartimento. Si è sempre chiesto dove abitasse quella ragazza che tutte le mattine gli dava la forza per tirarsi fuori dal letto. Mai una parola in tanti anni di scuola. Scendevano entrambi in città. Lui prendeva un autobus e lei proseguiva a piedi. Giulio era uno studente modello, di quelli che scioglierebbero lingua e cuore a qualsiasi mamma. Per pagarsi gli studi faceva qualche lavoretto serale. Lei era la donna del mistero, di quelle che appaiono belle per dolcezza e perché non aprono bocca troppo facilmente. Tutti i giorni, un’oretta tra andata e ritorno, lei mescolava nozioni e desideri nel povero cervello di lui. A scuola non insegnano come corteggiare una ragazza. Forse qualche professore sarebbe stato ben lieto d’aiutare il suo alunno migliore. Con quali risultati? Il giovane non si fidava di gente che, come lui, aveva speso la vita sui libri.
Il suo cuore non ce la faceva più. Come un bambino capriccioso supplicava di uscire allo scoperto, di fare almeno un tentativo. Ogni giorno, appena messo piede sul treno, Giulio si accertava che lei ci fosse. Non gli era più così chiaro perché andasse a scuola. Forse per incontrare quella che immaginava essere la sua ragazza? Il pensiero si era allontanato dalla ragione. Fu un sabato mattina di primavera che il cuore lo costrinse a balbettare qualcosa. Lei lo guardò con un sorriso e si protese verso di lui per sentire meglio. Un ciao seguito da una pausa infinita e passata a deglutire saliva. Poi: «Io sono Giulio». «Maria» rispose lei con un elegante movimento del capo. L’eco di quella semplice risposta rimbombò fino all’ultima carrozza. A treno fermo, un altro saluto. Giulio era talmente eccitato e fiero del suo coraggio che non volendo raccontare ad altri l’accaduto lo raccontò a se stesso per tutto il fine settimana. Il lunedì seguente mise le piume e si trasformò in Galli. Non un Galli cedrone. Un giovane galletto amburghese neppur pronto per il bancone del supermercato. Giulio aveva preparato un sacco di domande e, come per un’interrogazione, aveva studiato anche le possibili risposte, tranne una. Scesi dal treno Maria lo interruppe, lo guardò negli occhi e: «Oggi c’è un sole stupendo. Io a scuola non ci vado e tu? Mi fai compagnia?». Le gambe di Giulio non reggevano più, piegate e tremanti come quelle di un giovanissimo Celentano. Cercò di prendere tempo, ma il «quindi?» di lei gli fece presente che tempo non ce n’era. Nel giro di due secondi fu violentato dal dubbio. Come poteva bigiare? I suoi genitori s’aspettavano il massimo in fatto di rendimento e disciplina. Non era da lui. Quando il cuore di Giulio si era già arrampicato al cervello per prenderlo a pugni, la bocca del giovane disse: «Oggi non posso proprio. Ho la verifica di matematica. Rischierei di esser rimandato». Dopo aver mentito tanto ignobilmente, il suo stomaco s’attorcigliò come un panno strizzato da una corpulenta lavandaia. Anni di attesa buttati al vento per una verifica che non c’era. Maria lo salutò con una carezza, dolorosa più di un uppercut sferrato dal miglior Tyson, e si incamminò. Lui restò a guardare quel passo che per molte notti aveva sognato, fino a quando la sagoma di lei sparì dietro l’angolo. Per qualche giorno prese il treno mezz’ora prima per evitare di esser traviato. La incontrava solo al ritorno, adducendo ogni volta una scusa diversa. Compiere il proprio dovere aveva dato a Giulio un gran senso di sicurezza. Sempre. Ora, invece, si sentiva un pezzo di quella cosa marrone che Nutella non è. Dopo tutto quel rimirare senza agire, preferiva quasi evitare Maria. Gli ottimi voti, i sorrisi della mamma, le pacche sulla spalla del papà, non riuscivano a lenire il suo dolore.
Questa non è una di quelle storie che finiscono bene. Dunque, la farò corta. Maria, che a scuola non andava volentieri, trovò presto un compagno che esaudì i suoi desideri, compreso quello di marinare le lezioni. Giulio restò a guardare, anzi, non guardava neppure – la ragazza non viaggiava più sola. Cambiò definitivamente treno. La incontrava con la fantasia.
Terminò gli studi facilmente, con il massimo dei voti. Tanto facilmente che quasi nessuno si congratulò con lui. Ora, una laurea costata la madre di tutte le rinunce in bella mostra, accompagnata dal ron ron di un vecchio orologio a pendolo. Il barbera e i ravioli della mamma la domenica. Il vecchio gatto malato con cui condividere la poltrona. L’album di famiglia da sfogliare. Gli occhi del padre ormai privi di illusioni. Un lavoro. La passeggiata serale con il cane. Maria valeva tutto questo? «No, valeva molto di più». Fu il padre ad interrompere i suoi pensieri. Fuori pioveva. Non poteva essere altrimenti.

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Re: SPIGOLANDO......

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l'angolo del sorriso....

Il sacrificio

Undici persone si trovano appese alla corda di un elicottero: sono dieci uomini e una donna.
Dal momento che la corda non era sufficientemente resistente per sostenere tutte e undici le persone, decisero che uno doveva lasciarsi cadere nel vuoto altrimenti sarebbero dovuti morire tutti.
Non riuscivano a mettersi d’accordo su chi dovesse compiere il gesto fino a quando la donna non tenne un commovente discorso, dicendo che sarebbe stata lei a lasciare volontariamente la corda, dal momento che le donne sono abituate a rinunciare a tutto per i loro figli e i loro uomini
e a regalare tutto agli uomini senza ricevere nulla in cambio.
Appena finì di parlare, tutti gli uomini iniziarono a battere le mani…. -_-




La Ricetta

Una signora entra in farmacia e chiede:
- Vorrei dell'arsenico per favore...
Dato che si tratta di un veleno letale il farmacista cerca di conoscerne la destinazione.
- A cosa le serve signora?
- Per ammazzare mio marito.
Disorientato il farmacista risponde:
- Ah, capisco purtroppo però in questo caso non posso darglielo.
La signora, allora, senza dire una parola, estrae dalla borsetta una foto del marito a letto con la moglie del farmacista.
- Signora, le chiedo scusa, ma bastava dirlo subito che aveva la ricetta!!!

§§§

Morale: non sottovalutare mai il potere delle donne....
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Re: SPIGOLANDO......

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Educare è un mestiere difficile....

Quand'ero adolescente - raccontava un uomo ad un amico
- mio padre mi mise in guardia da certi posti in città. Mi
disse: "Non andare mai in una discoteca, figlio mio".
"Perché no, papà?", domandai.
"Perché vedresti cose che non dovresti vedere".
Questo, ovviamente, suscitò la mia curiosità. E alla prima
occasione andai in una discoteca.
"E hai visto qualcosa che non dovevi vedere?",
domandò l'amico.
"Certo", rispose l'uomo. "Ho visto mio padre".


§§§§§§§§


Un bambino in piedi sul letto nel suo pigiamino rosso
punta il dito contro la mamma e fieramente dichiara:
"In non voglio essere intelligente. Io non voglio essere
beneducato. Io voglio essere come papà!".



L'esempio non è uno dei tanti metodi per educare. E' l'unico
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Re: SPIGOLANDO......

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L’Illuminismo e la formazione dell’uomo moderno

Mario Trombino - Il Giardino dei Pensieri



Una dei caratteri fondamentali dell'illuminismo è il rifiuto di considerare gli uomini diversi tra loro per nascita. Le differenze che si riscontrano tra gli uomini sono soltanto in piccola parte frutto della loro natura, tutto il resto dipende dall'educazione, ed in particolar modo dall'influenza della società sulla loro formazione. Gli illuministi sono stati, con profonda convinzione, i progettisti di una nuova società, gli "ingegneri sociali" del loro tempo. Hanno proposto una nuova visione dell'uomo, essenzialmente basata sull'idea di eguaglianza garantita dalla ragione, davvero eguale per tutti, sviluppando uno degli aspetti centrali dell'umanesimo .

Non sorprende quindi affatto che nell'illuminismo vi sia stata la più grande attenzione per l'educazione e per il rapporto tra la formazione dell'uomo e la costruzione di una società nuova, che permetta agli uomini di vivere in libertà ed eguaglianza. Il legame tra la sfera dell'educazione dell'uomo e quella dell'educazione del cittadino che abbiamo osservato al tempo della polis greca - tema che rimane in ombra per tutto il Medioevo a favore di un altro tema greco, quello della virtù e di chi può insegnarla all'uomo - torna in primo piano. Si tratta per gli illuministi di ripensare la società in modo tale che essa consenta agli uomini di vivere nella pienezza del loro essere uomini. Il termine virtù in filosofi come Locke o Rousseau non indica l'adesione ad un modello ideale o a un insieme di valori di natura religiosa: non indica altro che la piena realizzazione dell'uomo integrale, dell'uomo nella pienezza della sua personalità. Al centro di questa personalità è la ragione, l'autonoma ragione, quella che Kant considererà essere istitutrice di un tribunale di fronte a cui ogni sapere deve essere portato.

[..]In tema di iluminismo non si può non citare, almeno di passaggio, la posizione di Condorcet, l'illuminista che nel 1792 presentò all'Assemblea legislativa il progetto più completo e organico di riforma dell'educazione nella Francia rivoluzionaria. Il suo principio ispiratore è di matrice prettamente illuminista: l'istruzione rende liberi dai pregiudizi e quindi dalla miseria. Pertanto lo scopo principale di un'educazione nazionale è di offrire a tutti i mezzi per provvedere ai propri bisogni ed esercitare i propri diritti, così da contribuire al benessere comune nel quadro di una effettiva uguaglianza degli individui. Infatti nel riconoscimento del dovere dello Stato di dare a tutti, donne comprese, la possibilità di ricevere un insegnamento completo, verranno rimosse le disparità economiche e di sesso, che sono storiche e non naturali, mentre saranno le capacità individuali a determinare il grado di istruzione raggiungibile da ciascuno.

Nel progetto di Condorcet la scuola resta sostanzialmente libera dallo Stato, poiché "nessun potere pubblico deve avere l'autorità di impedire lo sviluppo di verità nuove o l'insegnamento di teorie contrarie alla sua particolare politica". La scuola dovrà limitarsi all'istruzione, ad un insegnamento rigorosamente fondato sull'oggettività dei fatti, evitando di trasmettere opinioni politiche o religiose che sono di competenza delle famiglie e delle Chiese. Dunque il legame tra la formazione dell'uomo e la formazione del cittadino è garantito, ma lo Stato come organizzazione politica deve rispettare fino in fondo la libertà di insegnamento. La sfera della cultura è pienamente autonoma, non potendo la ragione sottostare ad una autorità superiore.

E' questa una tesi cara agli illuministi. Kant la fa propria nel celebre articolo Che cos'è l'illuminismo?, in cui scrive: "L'Illuminismo è l'uscita dell'uomo da uno stato di minorità il quale è da imputare a lui stesso. Minorità è l'incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza esser guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! - è dunque il motto dell’illuminismo".Tuttavia, uno stato di minorità nella vita di ciascuna persona esiste, ed è la minore età: il problema dell'educazione è quindi per l'illuminismo una questione centrale, perché si tratta di realizzare nell'adulto quella capacità di servirsi del proprio intelletto che restituisce pienamente l'uomo alla dignità della sua persona.[..]
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Re: SPIGOLANDO......

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MI MANCHI

Mi manchi
squillo nervoso
allegro, dispettoso,
quasi prepotente.
impetuoso come un torrente
ma tanto
tanto atteso!....

mamma
G.
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Re: SPIGOLANDO......

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Precetto cinese

IL DENARO

può comprare una casa
ma non un focolare;
può comprare un letto
ma non il sonno;
può comprare un orologio
ma non il tempo;
può comprare un libro
ma non la conoscenza;
può comprare una posizione
ma non il rispetto;
può pagare il dottore
ma non la salute;
può comprare l'anima
ma non la vita;
può comprare il sesso
ma non l'amore.
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Re: SPIGOLANDO......

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VORREI...


Vorrei
che tu mi conducessi per mano
là dove c'è il mistero
e nello stesso tempo vorrei
poterlo fare io con te.
Ma come?
Andandocene insieme
per volontà di Dio
e di coloro che ci hanno preceduto.
dolcemente, dicendoci
Buonanotte!

G.
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Re: SPIGOLANDO......

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E crescendo impari......


E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose.
Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...
La felicità non e' quella che affannosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente,...
non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari...,
la felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose....
...e impari che il profumo del caffe' al mattino e' un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.
E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi,
e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.

E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,
e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.

E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.

E impari che tenere in braccio un bimbo e' una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami...
E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.

E impari che nonostante le tue difese,
nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore un piccolo-grande
Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.


( Anonimo
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Re: SPIGOLANDO......

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La parabola della vita


Il Primo giorno, Dio creò la Mucca e disse:

"Dovrai andare nei campi con il Contadino, soffrire tutto il giorno sotto il Sole, figliare in continuazione e farti spremere tutto il Latte possibile: ti concedo un'aspettativa di vita di 60 anni".


La Mucca rispose: "Una vita così disgraziata me la vuoi far vivere per 60 anni? Guarda, 20 vanno benissimo, tieniti pure gli altri 40". E così fu.


Il Secondo giorno, Dio creò il Cane e disse:

"Dovrai sedere tutto il giorno dietro l'ingresso della Casa dell'uomo, abbaiando a chiunque si avvicini. Ti assegno un'aspettativa di vita di 20 anni".


Il Cane replicò: "20 anni a rompermi le palle e a romperle agli altri? Guarda, 10 sono più che sufficienti, tieniti pure gli altri". E così fu.


Il Terzo giorno, Dio creò la Scimmia e disse:

"Dovrai divertire la gente, fare il pagliaccio ed assumere le espressioni più idiote per farla ridere. Vivrai 20 anni".



La scimmia obiettò: "20 anni a fare il r.ompi.palle? Mi associo al cane e te ne restituisco 10". E così fu.


Infine, Dio creò l'Uomo e disse:

"Tu non lavorerai, non farai altro che mangiare, dormire, trombare e divertirti come un matto. Ti assegno 20 anni di vita".



E l'Uomo, implorante: "Come, 20 anni ... solo 20 anni di questo Bengodi? Senti, ho saputo che la Mucca ti ha restituito 40 anni, il Cane 10 e la Scimmia altri 10, sommati ai miei 20 farebbero 80, dalli tutti a me!". E così fu.


Ecco perché per i primi 20 anni della nostra vita non facciamo altro che mangiare, dormire, giocare, trombare, godercela e non fare un *****, per i successivi 40 lavoriamo come bestie per mantenere la famiglia, per gli ulteriori 10 facciamo i cretini per far divertire i nipotini e gli ultimi 10 li passiamo rompendo le palle a tutti.


Duval McLane
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Re: SPIGOLANDO......

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POLITICA E DIPROMAZZIA: LE COSCENZE ALL'ASTA
Trilussa (Carlo Alberto Salustri)

Chi volesse comprà quarche coscenza
ne troverà de tutti li colori:
avanti, favorischino, signori,
prezzi da non temere concorrenza!...
Robba d'un fallimento!... — E er ciarlatano
aprì er fagotto che ciaveva in mano.

— Chi non prova non crede! Pe' chi cerca
le coscenze politiche ne trova
una de poco prezzo, quasi nova,
confezzionata in vera guttaperca,
co' l'ideali forti e garantiti
adattabbili a tutti li partiti.

Abbiamo una coscenza in cartapista
resistente a lo scrupolo e ar rimorso,
cucita co' li fili der discorso
d'un membro der partito socialista,
tutto a vantaggio der proletariato
che rimane contento e minchionato.

Sotto a chi tocca! A li repubblicani
je la do cór fonografo, in maniera
ch'er giorno sona l'Inno e verso sera
rimanda la repubblica a domani:
come sistema è er mejo che ce sia
pe' fa' tranquillizzà la monarchia.

C'è pronta una coscenza nazzionale
inverniciata co' la malafede,
con un tirante elastico che cede
dar Vaticano fino ar Quirinale;
è l'urtima che ciò: 'sta settimana
ce n'è stata una vendita puttana! —

E er ciarlatano seguitò a annà avanti
a fa' l'eloggi de la mercanzia;
però la gente se n'annava via
come volesse dije: nun m'incanti...
«Eppoi,» pensava «in fatto de coscenza,
male che vada, se ne pô fa' senza!»
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Re: SPIGOLANDO......

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QUEL ROTTAMATORE DI ULISSE

di Giorgio Ieranò


È l’eroe giusto per i tempi di crisi. Uno che sa cavarsela in ogni situazione, che riesce a inventarsi vie d’uscita inattese quando ormai non sembra esserci più scampo. Accendiamo un cero a Ulisse, invochiamolo come nume protettore. Non per caso è, da sempre, l’eroe di ogni modernità. Theodor Wiesengrund Adorno e Max Horkeimer ne fecero un’incarnazione dello spirito illuminista, l’alfiere della tecnica e del dominio sulla natura. Ma Ulisse non è come Prometeo, che si rivolge all’umanità in astratto, al genere umano, a cui apre la strada del progresso con il dono del fuoco. Ulisse parla agli uomini concreti. È l’individuo con i suoi guai privati, una moglie da cui ritornare, una casa da sottrarre all’avidità altrui. È il cittadino che sa di doversi misurare con il suo prossimo, nell’arena della polis, ed è consapevole che, per prevalere sugli altri, l’astuzia e la retorica contano più della forza bruta.

In Italia, ma non solo in Italia, la figura da Ulisse porta impresso da secoli lo stampo di Dante. È l’eroe titanico dell’"ultimo viaggio" che, per amore del sapere, per seguire "virtute e canoscenza", varca anche le colonne d’Ercole. L’Ulisse degli antichi era diverso. La curiosità, certo, non gli mancava. Ma di Polifemo, di Cariddi e delle sirene avrebbe fatto volentieri a meno. L’Ulisse omerico voleva innanzitutto tornare a casa: ritrovare la moglie, il figlio, il focolare. Voleva uscire dal mondo delle favole e rientrare in quello degli uomini. Quando, secondo la fantasia di Platone nella Repubblica , gli viene offerta la chance di vivere una seconda volta, lui chiede per sé la vita anonima di un uomo comune. Vuole soltanto "riporre le valigie in solaio", come scriverà il geniale Alberto Savinio nel suo Capitano Ulisse . Già l’Odissea, per molti versi, è la storia di un antieroe. Ma siamo soprattutto noi moderni, noi figli del Novecento che, da Giovanni Pascoli in poi, non abbiamo potuto fare a meno di identificarci con l’Ulisse antieroico: l’Ulisse naufrago, l’Ulisse-Nessuno, protagonista di un viaggio senza meta, la cui identità è sempre precaria, sempre in discussione.

Ulisse è l’eroe della "metis", parola greca che indica un tipo di intelligenza pratica capace di trovare, di volta in volta, la soluzione concreta a problemi concreti. Ma le avventure di Ulisse sono anche la matrice di tutte le nostre favole.

L’ultimo, affascinante libro di Valerio Massimo Manfredi , Il giuramento , fa capire quanto questo immaginario sia inesauribile. Manfredi ha la capacità rara di portarti in mezzo agli eroi omerici come fossero persone vive: leggi il suo romanzo e ti pare di essere nella grande sala in ombra del palazzo di Nestore, con il fuoco che crepita nel braciere. Manfredi, come tutti noi, ha simpatia per Ulisse, pure riconoscendone gli aspetti oscuri e ambigui.

Nella storia della cultura occidentale scorre infatti e da sempre anche il fiume di una profonda antipatia per l’eroe. Questa antipatia è antichissima. Nel II secolo d.C., il retore Filostrato si concede una divertita demistificazione del personaggio, rappresentato come un furbo cialtrone. Chi ci assicura che le meravigliose avventure dell’Odissea siano davvero accadute? Noi le conosciamo solo attraverso il racconto che Odisseo fa alla reggia dei Feaci e come possiamo fidarci della parola di un eroe così abile nell’arte della menzogna? Anzi, vi sembra possibile, scrive Filostrato, che "un uomo che aveva già superato l’età dell’amore, camuso, non alto" facesse perdere la testa a ninfe e divinità, a Circe e a Calipso? Le Sirene e i Ciclopi sono tutte favole, inventate, come diceva Luciano di Samosata, da un "maestro di ciarlataneria". Astuto e buon parlatore, Ulisse appare già agli ateniesi del V secolo a.C. come il prototipo dell’uomo politico. Un gran comunicatore, disinvolto e spregiudicato. Nelle tragedie di Euripide lo troviamo descritto come "uno che sta sempre dalla parte della massa". Ecuba, la regina di *****, la città che fu distrutta da Ulisse con l’astuzia del cavallo di legno, lo insulta così: "Demagoghi, razza d’ingrati, in caccia solo del favore popolare! Non vi importa di ingannare il prossimo: a voi basta compiacere la folla con i vostri discorsi". Ulisse sarebbe stato, ai giorni nostri, un perfetto rottamatore. Se non fosse che aveva il difetto di amare molto l’ordine costituito. Nel Troilo e Cressida di William Shakespeare, gli sono affidati due discorsi che sono piccoli gioielli della retorica teatrale scespiriana: uno sulla gerarchia e l’altro sul tempo. O, meglio, uno sulla mancanza di gerarchia, sul disordine connaturato alla vicenda umana, e l’altro su come il tempo corroda dall’interno e dissolva ogni pretesa dell’uomo di costituire la sua vita come qualcosa di duraturo. Forse perché condannato, nei suoi mitologici vagabondaggi, a sperimentare la precarietà e l’incertezza, Ulisse ci tiene al rispetto delle gerarchie. E quando, nell’Odissea, il popolano Tersite osa criticare il capo supremo Agamennone, accusandolo di egoismo e avidità, Ulisse lo rimette in riga a bastonate.

Ma quello che differenzia Ulisse dagli altri demagoghi di ieri e di oggi è appunto la consapevolezza della precarietà di ogni destino umano. Ulisse può raccontare bugie a tutti, ma lui alle bugie non crede. Egli sa, come racconta il suo personaggio nell’Aiace di Sofocle, che l’uomo è solo un’ombra vuota, un simulacro. Comprende che se oggi il tuo nemico è nella polvere, e tutti ridono di lui, non devi gioirne perché domani la stessa sorte toccherà a te.

Nel suo lucido disincanto, Ulisse sa che tutti sono mossi da ambizioni meschine anche quando s’impennacchiano con la gloria e l’ideale. Nel Troilo e Cressida, alla fine il suo punto di vista non è molto diverso da quello di Tersite, con il quale sembra infine riconciliarsi nello sguardo impietoso e antiretorico sulla grande epopea della guerra di T.roia: «All the argument is a whore and a cuckold», tutto si riduce alla storia di una p.uttana e di un cornuto. E se l’epopea troiana era tutto qui, figuriamoci come Ulisse e Tersite avrebbero giudicato le nostre piccole baruffe italiane.
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

"""Una volta scritto questo testo potrò anche morire soddisfatto, avrò anch'io contribuito a meglio delineare i mali dell'essere umano; morirò con un lieve sorriso sulle labbra, consapevole del fatto che nonostante ciò tutto procederà come prima, anzi forse anche peggio. Per uno scrittore romantico tale consapevolezza porterà con se una bella soddisfazione che non potrà in alcun modo essere sminuita dal fatto che non vi sarà alcuna amata a piangere sulla mia tomba. L'illusione che qualcuno leggendo queste poche righe mi potrà immaginare come una persona degna del suo affetto farà sì che nel caotico mondo dei vivi anche chi è molto triste possa rincuorarsi un poco e decida di non abbandonare le sue stanche speranze. Del mio personaggio, di tutte le sue avventure e di tutti i suoi conoscenti, assieme a tutte le potenziali storie d'amore e di ribellione che non si sono mai concretizzate non resterà quasi nulla, forse qualche ricordo sfumato nei sogni di qualche vecchia e triste ragazza, o di qualche psicolabile burlone, ma comunque non lamentatevi, la letteratura è piena di buone storie e potrete in ogni caso consolarvi. Amerei però che restasse almeno questo piccolo libro contro il potere e la stupidità, contro l'egoismo, l'arroganza e la crudeltà, contro tutte quelle persone che continuano ad infrangere il desiderio di felicità di tutti i poveri diavoli della terra, i quali loro malgrado continuano comunque a sognare, a sperare ed a lottare per un domani migliore."""

Carl William Brown
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Re: SPIGOLANDO......

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POLITICA E DIPROMAZZIA: LE COSCIENZE ALL'ASTA

Trilussa (Carlo Alberto Salustri)


Chi volesse comprà quarche coscenza
ne troverà de tutti li colori:
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co' l'ideali forti e garantiti
adattabbili a tutti li partiti.

Abbiamo una coscenza in cartapista
resistente a lo scrupolo e ar rimorso,
cucita co' li fili der discorso
d'un membro der partito socialista,
tutto a vantaggio der proletariato
che rimane contento e minchionato.

Sotto a chi tocca! A li repubblicani
je la do cór fonografo, in maniera
ch'er giorno sona l'Inno e verso sera
rimanda la repubblica a domani:
come sistema è er mejo che ce sia
pe' fa' tranquillizzà la monarchia.

C'è pronta una coscenza nazzionale
inverniciata co' la malafede,
con un tirante elastico che cede
dar Vaticano fino ar Quirinale;
è l'urtima che ciò: 'sta settimana
ce n'è stata una vendita ....ana!!!

E er ciarlatano seguitò a annà avanti
a fa' l'eloggi de la mercanzia;
però la gente se n'annava via
come volesse dije: nun m'incanti...
«Eppoi,» pensava «in fatto de coscenza,
male che vada, se ne pô fa' senza!»
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giaguaro
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Re: SPIGOLANDO......

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TRILUSSA

ALL'OMBRA

Mentre me leggo er solito giornale
spaparacchiato all'ombra di un pajaro
vedo un porco e je dico: - Addio, majale! -
vedo un ciuccio e je dico: - Addio, somaro!

Forse 'ste bestie nun me capiranno,
ma provo armeno la soddisfazzione
de potè dì' le cose come stanno
senza paura de finì in priggione!

Dic. 1929 -
Non posso insegnare niente a nessuno, posso solo cercare di farli riflettere - SOCRATE
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grazia
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Re: SPIGOLANDO......

Messaggio da leggere da grazia »

E' PROIBITO

di Alfredo Cuervo Barrero

È proibito piangere senza imparare,
svegliarti la mattina senza sapere che fare
avere paura dei tuoi ricordi.


È proibito non sorridere ai problemi,
non lottare per quello in cui credi
e desistere, per paura.
Non cercare di trasformare i tuoi sogni in realtà.


È proibito non mostrare il tuo amore,
fare pagare agli altri i tuoi malumori.
È proibito abbandonare i tuoi amici,
non cercare di comprendere coloro che ti stanno accanto
e chiamarli solo quando ne hai bisogno.


È proibito non essere te stesso davanti alla gente,
fingere davanti alle persone che non ti interessano,
essere gentile solo con chi si ricorda di te,
dimenticare tutti coloro che ti amano.


È proibito non fare le cose per te stesso,
avere paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.


È proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire,
dimenticare i suoi occhi e le sue risate
solo perchè le vostre strade hanno smesso di abbracciarsi.
Dimenticare il passato e farlo scontare al presente.


È proibito non cercare di comprendere le persone,
pensare che le loro vite valgono meno della tua,
non credere che ciascuno tiene il proprio cammino
nelle sue mani.


È proibito non creare la tua storia,
non avere neanche un momento
per la gente che ha bisogno di te,
non comprendere che ciò che la vita ti dona,
allo stesso modo te lo può togliere.


È proibito non cercare la tua felicità,
non vivere la tua vita pensando positivo,
non pensare che possiamo solo migliorare,
non sentire che, senza di te,
questo mondo non sarebbe lo stesso.
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