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Ultimo aggiornamento il 20 Settembre 2024 22:55 da Redazione FP

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BREVE STORIA DEI QUOTIDIANI IN ITALIA

Tra governanti oppressivi e un basso tasso di alfabetizzazione, l’Italia aveva poco in termini di stampa giornalistica seria per gli anni ’40 dell’Ottocento. La Gazzetta del Popolo (1848-1983), a sua volta, fu la voce principale per l’unificazione italiana. La Stampa (1867-oggi) di Torino compete con il Corriere della Sera di Milano per il primato nel giornalismo italiano, in termini di diffusioni e profondità di copertura. Era un forte sostenitore del presidente del Consiglio Giovanni Giolitti, denunciato quotidianamente dal Corriere della Sera.

I principali giornali erano serviti dall’Agenzia Stefani (1853-1945). Era un’agenzia di stampa che raccoglieva notizie e articoli di approfondimento e li distribuiva ai giornali abbonati per telegrafo o per posta. Aveva accordi di scambio con Reuters a Londra e Havas a Parigi, e forniva un flusso costante di notizie e servizi nazionali e internazionali.

La serie di crisi e scontri tra il papato e il regno d’Italia negli anni ’70 dell’Ottocento si concentrò in particolare sulla questione di chi avrebbe controllato Roma e quale posto avrebbe avuto il papa nel nuovo regno. Una rete di giornali filo-papali in Italia sostenne vigorosamente i diritti papali e contribuì a mobilitare l’elemento cattolico.

XX secolo
Nel 1901 Alberto Bergamini, direttore de Il Giornale d’Italia di Roma, crea “la Terza Pagina”, con saggi di letteratura, filosofia, critica, arte e politica. È stato rapidamente emulato dalla stampa di alto livello. [93] Il giornale più importante fu il liberale Corriere della Sera, fondato a Milano nel 1876. Raggiunse una tiratura di oltre 1 milione di copie sotto l’editore e co-proprietario Luigi Albertini (1900-1925). Albertini modellò deliberatamente il suo giornale sul Times di Londra, dove aveva lavorato per un breve periodo. Commissionò ai principali intellettuali liberali di scrivere saggi. Albertini fu un forte oppositore del socialismo, del clericalismo e del primo ministro Giovanni Giolitti che era disposto a scendere a compromessi con quelle forze e a corrompere la politica italiana. L’opposizione di Albertini al regime fascista costrinse gli altri comproprietari a destituirlo nel 1925. [94][95]

Mussolini era un ex editore; il suo regime fascista (1922-1943) prese il pieno controllo dei media nel 1925. I giornalisti dell’opposizione sono stati maltrattati fisicamente; Due terzi dei quotidiani sono stati chiusi. Fu sviluppata una pressa clandestina, utilizzando materiale di contrabbando. [96] Tutti i principali giornali erano stati portavoce di un partito politico; Ora tutti i partiti, tranne uno, furono aboliti e i giornali ne divennero i portavoce. Nel 1924 i fascisti presero il controllo dell’Agenzia Stefani e ne ampliarono la portata e la missione per farne il loro strumento di controllo del contenuto delle notizie in tutti i giornali italiani. Nel 1939 gestiva 32 uffici in Italia e 16 all’estero, con 261 corrispondenti in Italia e 65 all’estero. Ogni giorno elaboravano oltre 1200 dispacci, da cui i giornali italiani componevano le loro pagine di notizie.