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Gli autori considerano anche una interessante associazione tra durata della vita e posizione lavorativa. La mancanza di controllo sul proprio lavoro determina una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari, probabilmente perché viene alterato l’equilibrio tra sforzo e ricompensa, dove la ricompensa consiste nella stima dei colleghi, nell’avanzamento in carriera e nello stipendio. Senza l’opportunità di imparare, senza la convinzione di “contare qualcosa”, senza un feedback su quello che si sta facendo è facile entrare in situazioni di stress: queste si traducono in malattia e mortalità precoce attraverso una serie di meccanismi fisiopatologici, dal maggiore rilascio di ormoni come adrenalina e cortisolo fino a marcatori di rischio cardiovascolare. Intervengono in questo, suggeriscono gli autori, meccanismi epigenetici, ossia quelli per cui, senza influenzare l’ereditarietà dei caratteri, le circostanze ambientali e sociali sono in grado di modificare l’assetto e il funzionamento dei geni.
Il peso della povertà sulla nostra salute
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Il peso della povertà sulla nostra salute
Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa. (Ennio Flaiano)